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La gerarchia dei valori del corpo nel nuoto. Un'indagine comparata tra nuotatori agonisti e nuotatori non agonosti

La pedagogia dello sport come scienza

Il termine pedagogia dello sport è stato utilizzato in Germania a partire dagli anni Settanta per indicare, all’interno delle cosiddette scienze dello sport, quel sapere che si occupava dei problemi educativi dell’attività motoria e sportiva.

Il primo autore ad usare questo termine è stato Ommo Grupe che, nel 1969, pubblicava una sintesi della sua tesi di dottorato, nel quale affrontava i principi antropologici della corporeità umana e delle sue implicazioni didattiche per l’educazione fisica.

Per Grupe e altri pedagogisti, l’utilizzo del termine pedagogia dello sport aveva il merito di rompere con il concetto tradizionale di educazione fisica come era stato inteso nel passato storico e politico della nazione tedesca (soprattutto come ginnastica), che lo legava all’ordine e alla subordinazione, all’obbedienza e alla disciplina.

Esso permetteva di sviluppare un nuovo modello epistemologico e culturale che dava rilevanza all’apprendimento delle conoscenze, alla formazione di competenze specifiche nelle attività motorie e sportive, al vivere al corpo in azione, al piacere derivante dal gioco e dal movimento (Grupe e Kruger, 2007).

Secondo i suddetti pedagogisti, questa dizione rispondeva in pieno ad una corretta interpretazione “pedagogica” dell’educazione fisica, di cui metteva in evidenza, attraverso la valorizzazione della persona, gli aspetti più schiettamente formativi.

Il termine educazione fisica ha sempre rimandato, e rimanda ancora oggi, ad una dimensione essenzialmente pratica del corpo. La parola fisica, dal greco physis, natura, nell’accezione che riguarda il corpo e la fisiologia umana, risale ai primi anni dell’Ottocento.

L’utilizzo del termine pedagogia dello sport, paragonato al tradizionale termine educazione fisica, presenta il vantaggio di esprimere due concetti supplementari:
1) il fatto di includere una duplice prospettiva che valorizza ed incrementa non solo l’azione pratica educativa nello sport ma anche la riflessione teorica su di essa;
2) il distacco netto dalle pratiche e dai concetti applicati all’educazione fisica del passato: eccessivo tecnicismo, autoritarismo, moralismo, igienismo, ecc…

Questo brano è tratto dalla tesi:

La gerarchia dei valori del corpo nel nuoto. Un'indagine comparata tra nuotatori agonisti e nuotatori non agonosti

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Informazioni tesi

  Autore: Anna Oliverio
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2009-10
  Università: Istituto Universitario di Scienze Motorie di Roma
  Facoltà: Scienze Motorie
  Corso: Scienze delle attività motorie e sportive
  Relatore: Emanuele Isidori
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 52

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