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Il sistema Emission Trading nelle politiche ambientali. Il caso Sofidel S.p.A.

Il meccanismo di ''emission trading'' e gli altri strumenti flessibili

La direttiva 2003/87/Ce che ha creato il mercato comunitario delle quote di emissione costituisce il primo strumento di regolamentazione a livello comunitario in relazione ai c.d. meccanismi flessibili del Protocollo di Kyoto.
L’attuazione nel diritto interno della direttiva è avvenuto con il d.lgs. 4 giugno 2006, n. 216 che disciplina il sistema come segue. Innanzitutto, viene introdotto l’obbligo, per tutte le attività soggetto della direttiva, di munirsi dell’autorizzazione all’emissione di gas a effetto serra, la cui disciplina specifica viene demandata all’autorità competente, ovvero, secondo quanto stabilito dall’art. 8 del decreto, al Comitato nazionale di gestione e attuazione della direttiva 2003/87/Ce istituito dalla stessa disposizione.
L’autorizzazione rilasciata dal Comitato prevede, oltre ai dati relativi all’attività autorizzata, alle disposizioni per il monitoraggio e alle comunicazioni relative alle emissioni, anche l’obbligo di restituzione delle quote assegnate. Tali quote vengono assegnate ai soggetti privati sulla base del Piano nazionale di assegnazione previsto dall’art. 10 del decreto, la cui predisposizione è a cura del ministero dell’Ambiente e del ministero delle Attività produttive.
Il rilascio delle quote avviene ad opera del Comitato di cui all’art. 8 del decreto entro il 28 febbraio di ogni anno. Dal momento dell’assegnazione delle quote i gestori sono liberi di utilizzarle ai fini degli adempimenti previsti dal decreto, ovvero per poter legittimamente emettere quantità di gas a effetto serra corrispondenti alle quote detenute o per venderle ad altri gestori. A tale scopo essi dovranno essere iscritti nel Registro nazionale delle emissioni e delle quote di emissione, istituito dall’art. 14 del decreto, ai fini dell’accurata contabilizzazione delle quote.
Il sistema di contabilizzazione e verifica della rispondenza delle emissioni effettuate alle quote detenute avviene secondo un meccanismo basato, da un lato, sull’obbligo per il gestore di dichiarare ogni anno la quantità di emissioni dell’impianto relativa all’anno solare precedente (dichiarazione che deve essere corredata da un attestato di verifica), dall’altro, sull’obbligo di restituzione delle quote assegnate sulla base di tale dichiarazione: tante emissioni effettuate, tante quote corrispondenti riconsegnate. Le quote riconsegnate devono essere state preventivamente annotate, a cura del gestore, nel Registro di cui all’art. 14.
Ai fini dell’adempimento all’obbligo della restituzioni, il gestore può scambiare le unità di riduzione o le riduzioni certificate con una corrispondente quantità di quote di emissione: tante emissioni ridotte, tanti permessi di emissione rilasciati.
Il sistema di controllo è basato sull’attività di verificatori accreditati ai sensi dell’art. 17 del decreto stesso, che istituisce un apposito Registro dei verificatori presso il ministero dell’Ambiente: il verificatore rilascia l’attestato di verifica della dichiarazione del gestore circa le emissioni effettuate nell’anno precedente sulla base di accertamenti circa l’affidabilità, credibilità e precisione dei sistemi di monitoraggio dei dati e delle informazioni presentate e riguardanti le emissioni rilasciate dall’impianto.
A chiusura del sistema sono previste sanzioni amministrative pecuniarie in misura fissa ovvero in misura corrispondente al numero di quote indebitamente rilasciate sulla base delle dichiarazioni non veritiere in merito alle emissioni. Oltre alle sanzioni pecuniarie il gestore che ometta o ritardi le comunicazioni obbligatorie o non provveda a presentare nei termini la domanda di autorizzazione può incorrere nella sospensione amministrativa dell’attività dell’impianto.
Per ciò che riguarda i meccanismi di Ji e Cdm, il Ministero dell’Ambiente assume un ruolo fondamentale: riguardo al primo ha assunto la funzione di Punto focale per l’Italia e per il secondo quella di Autorità nazionale competente.
Il Piano nazionale di riduzione delle emissioni prevedeva un ricorso a tali meccanismi per oltre il 50% dell’obiettivo di riduzione, evidenziando in tal modo l’importanza di questi strumenti, soprattutto per il periodo 2008-2012.
Il Ministero dell’Ambiente ha approntato due tipologie di strumenti. Da un lato, con l’obiettivo di stimolare lo sviluppo di progetti, ha sottoscritto degli accordi di cooperazione bilaterale con numerosi paesi. Dall’altro, ha attivato diverse iniziative per poter accedere ai servizi finanziari per la realizzazione dei progetti.

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Il sistema Emission Trading nelle politiche ambientali. Il caso Sofidel S.p.A.

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Informazioni tesi

  Autore: Federico Giovannelli
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2011-12
  Università: Università degli Studi di Pisa
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Relazioni internazionali
  Relatore: Alberto Vannucci
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 223

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