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Nerone in Campania

L'imperatore istrione

Nella sua veste di imperatore, Nerone rappresenta una figura totalmente diversa da quella dei suoi predecessori.
Le linee guida del suo regno non risiedono nel rispetto del tradizionale codice non scritto del mos maiorum, ma in una monarchia di tipo ellenistico che facesse prevalere nella vita
quotidiana dei suoi sudditi un ideale estetico.
Il progetto di Nerone era quello di creare un'umanità nuova e nobile, capace di innalzarsi con i suoi talenti e le sue qualità fino alla divinità: per l'imperatore questa eccellenza si poteva ottenere soprattutto grazie alla pratica della poesia, della musica e delle attività sportive.
Nerone non voleva soltanto essere padrone e dominatore, ma anche poeta e attore: era un amante del teatro, si reputava un grande attore e con il suo operato trasformò il suo regno in un
immenso palcoscenico.
Il suo amore per l'arte e per l'estetica era direttamente proporzionale alla profonda ammirazione che nutriva per la società e la cultura greca. L'eleganza e la raffinatezza della cultura classica erano per lui fonte di inesprimibile piacere; ad essa egli si accostava come un bambino, con entusiasmo e curiosità, sognando un giorno di poter partecipare ai giochi e di vincere le competizioni classiche nella terra che fu di Eschilo e di Euripide.
La passione per la grecità non si rivelava essere, come per la gran parte degli aristocratici romani, soltanto lo strascico della sua educazione o dell'influenza di un particolare maestro ma si proponeva come una reale componente dei suoi interessi artistici ed intellettuali.
Come ogni sovrano ellenistico che si rispetti Nerone era un maniaco dell'eleganza. Faceva sempre sfoggio del suo gusto e della sua grandezza; era solito comparire in pubblico indossando una veste da camera e un fazzoletto annodato al collo, mostrandosi senza cintura e a piedi scalzi, curava con dovizia di particolari la sua capigliatura, non indossava mai lo stesso vestito,
era solito viaggiare su eleganti carri accompagnato da un seguito sontuoso, amava i gioielli e in particolare le perle e i tessuti preziosi.
Amò l'arte, con passione e dedizione, in tutte le sue forme: amava gli spettacoli teatrali, i giochi e i concorsi musicali mentre detestava i giochi dei gladiatori che considerava una viziosa carneficina passata per divertimento pubblico. Il suo ideale di grandezza gli imponeva di costruire edifici maestosi e di compiere ogni azione per esasperare il suo culto, la sua magnificenza.
Nerone dedicò sé stesso all'arte come un vero professionista e l'impegno profuso fu immenso: prese lezioni di cetra da Terpno, il miglio suonatore dell'epoca e dedicò la massima cura alla sua voce, cercando di migliorarla con esercizi di respirazione e erbe medicinali, evitando di sottoporla a qualsiasi tipo di sforzo.
Fu anche scrittore, progettò la stesura di molte opere e intraprese progetti letterari con grandi ambizioni. Il Nerone poeta si dimostra raffinato e al contempo focoso, incline a lasciarsi
influenzare dalla tendenza a decantare colori vivaci, all'enfasi patetica e all'esuberanza dell'immagine.
L'intera produzione neroniana è purtroppo andata completamente perduta, delle liriche da lui composte ci resta soltanto un verso: Colla Cythericae splendent agitata columbae.
Alla luce di ciò Nerone appare come un istrione, un artista amante del lusso e della cultura classica e il suo sforzo, mirante ad affrancare i romani dal tabù culturali dei loro antenati, è quello che si definisce come neronismo.
Sebbene per la storia, a causa delle sue innumerevoli esagerazioni e delle altrettanto esagerate calunnie subite, sia stato dipinto come un tiranno spregevole ed efferato è assolutamente importante per la comprensione globale dell'uomo Nerone non sottovalutare né dimenticare la sua grande passione per la cultura e il suo innato temperamento artistico. Non fu lui d'altra parte che esclamò la frase "l'arte ci farà vivere!"?.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Nerone in Campania

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Informazioni tesi

  Autore: Angelo Lo Conte
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2005-06
  Università: Università degli Studi di Napoli - Federico II
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Scienze dei beni culturali
  Relatore: Mauro De Nardis
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 46

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