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Il ruolo dell'ONU nel processo di promozione del diritto alla democrazia

L'assistenza elettorale delle Nazioni Unite durante la decolonizzazione

Le Nazioni Unite iniziarono la propria attività di assistenza elettorale durante la decolonizzazione, in occasione della transizione dal dominio coloniale all'indipendenza. L'attività di assistenza elettorale dell'ONU fu associata quindi alla promozione della dimensione esterna del diritto all'autodeterminazione.
In questo periodo, il Consiglio di Amministrazione Fiduciaria monitorò il referendum del 1956 che sancì l'annessione del Togo britannico al Ghana, e quelli del 1959 che suggellarono l'annessione del Camerun sottoposto all'amministrazione fiduciaria britannica alla Nigeria, e l'annessione del Camerun sottoposto all'amministrazione fiduciaria francese al Camerun.
Le Nazioni Unite furono coinvolte nel referendum del 1962 che sancì la separazione del Ruanda dal Burundi, in quello del 1961 che suggellò l'indipendenza delle Isole Samoa dalla Nuova Zelanda, e in quello del 1975 con cui gli abitanti delle Isole Marianne approvarono il regime che trasformò l'isola in Stato libero associato degli Stati Uniti.
L'attività principalmente svolta dagli organi dell'Onu era quella di supervisione del processo elettorale.
Le missioni di supervisione richiedevano lo svolgimento di una missione di preparazione delle elezioni, in cui tutti gli aspetti del processo elettorale venivano stabiliti e approvati. Successivamente, il Segretario generale richiedeva il mandato al Consiglio di Sicurezza o all'Assemblea generale. In seguito all'ottenimento del mandato, il Segretario generale nominava un suo Rappresentante speciale, che doveva approvare tutte le fasi della missione di supervisione, sia politiche che elettorali.
Le missioni di supervisione dovevano certificare l'imparzialità delle autorità elettorali; la libertà di organizzazione, di assemblea, e di espressione dei partiti politici; la possibilità per i rappresentanti dei partiti politici di assistere ad ogni fase del processo elettorale. Se il rappresentante speciale del Segretario generale avesse individuato delle irregolarità, egli aveva il potere di chiedere alle autorità dello Stato interessato di adottare le misure correttive necessarie.
Lo svolgimento di questa attività rappresentò per gli organi dell'ONU la possibilità di enunciare i princìpi necessari per garantire la realizzazione della partecipazione politica delle popolazioni dei territori in questione. Il Consiglio di Amministrazione Fiduciaria, nel proprio rapporto sull'amministrazione fiduciaria belga del Ruanda-Urundi, avanzò le seguenti raccomandazioni: l'aumento della rappresentanza della popolazione Tutsi negli organi legislativi e l'attribuzione di maggior potere a questa rappresentanza; l'approvazione del suffragio universale diretto; l'incremento dei poteri delle autorità locali.
L'attività internazionale di assistenza elettorale incontrò l'opposizione di molti Stati, poiché questi ultimi sostenevano che essa violasse il principio di sovranità e il dovere di non intervento negli affari interni degli Stati. Già durante le prime missioni di assistenza elettorale dell'Onu, la Francia, la Gran Bretagna e il Portogallo sostennero che l'attività in questione rappresentasse un'ingerenza nei propri affari interni. L'attività di assistenza elettorale svolta durante il periodo di decolonizzazione si riferiva però ai plebisciti che si riferivano allo status internazionale dei territori interessati. Non era così in gioco la sovranità di uno Stato, né l'assistenza internazionale poteva rappresentare indebite ingerenze. La questione era infatti internazionale, e il plebiscito serviva a ricondurla nei limiti del rispetto del principio della nazionalità.

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Informazioni tesi

  Autore: Francesco Putzu
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Milano
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Relazioni internazionali
  Relatore: Marco Pedrazzi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 202

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