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L'europeizzazione delle politiche sociali nei paesi dell'Europa orientale: il caso della Repubblica Ceca e della Slovenia

La Cecoslovacchia

Ungheria, Polonia, Slovacchia e Repubblica Ceca fanno parte dei cosiddetti paesi Visegrad. Il nome ha origine dal summit dei re di Boemia, Polonia e Ungheria nel castello di Visegrad nel 1335 e dal più recente incontro dei capi di stato nel 1991. Questi stati sono sempre rimasti legati alle proprie radici storiche, nel senso che non hanno mai abbandonato del tutto il modello di stato sociale ereditato dagli imperi di Germania e Austria – Ungheria di cui facevano parte. Un esempi concreto è l’introduzione della legge austriaca sull’assicurazione sociale del 1906 e di quella tedesca del 1911 negli anni tra le due guerre mondiali.
Fin dal 1919 il welfare state è stato considerato fondamentale nel processo di nation e state building di questi paesi, tanto che i governi non sono mai venuti meno all’impegno di garantire una copertura minima di base relativa a malattia, vecchiaia, maternità, disabilità e disoccupazione. Anche se in tempi diversi, Cecoslovacchia, Polonia e Ungheria hanno sempre cercato di estendere i maggiori programmi sociali. La combinazione delle antiche strutture imperiali con le riforme del primo dopoguerra e i nuovi cambiamenti istituzionali ha contribuito a creare sistemi di assicurazione sociale distinti in termini di qualità dei benefici, copertura, modalità di finanziamento e amministrazione del welfare. Tuttavia, durante l’intero periodo socialista, questi paesi hanno mostrato segni di lenti ma graduali cambiamenti istituzionali nei quali si riscontravano sia elementi di novità sia caratteristiche delle strutture sociali preesistenti.
Si può affermare che la Cecoslovacchia sia stato l’unico paese sotto il controllo sovietico nel quale è avvenuta una sorta di rivoluzione nell’ambito delle politiche sociali. Inoltre è stata la
prima in Europa a promuovere un welfare state più egualitario alternativo al tradizionale modello bismarckiano di assicurazione sociale, al quale però ha sempre fatto riferimento. Nell’aprile del 1948 il governo socialista semi-democratico ha varato la legge sull’assicurazione nazionale con cui si è cercato di velocizzare il completamento dell’espansione del welfare state, oltre a creare un generoso sistema di benefici in denaro che coprisse tutti i lavoratori. L’introduzione di questa legge è avvenuta grazie alla pressione fatta dal RHO (Revolutionary Trade Union Movement) il quale, portavoce di numerosi dipendenti del governo, è riuscito a conquistare una propria indipendenza dal partito comunista. Disposizioni della legge come la copertura universale, benefici minimi per tutti e un sistema centralizzato di finanziamento rispecchiavano il rapporto Beveridge del 1942, sostenuto fortemente dal governo ceco in esilio a Londra durante la guerra.
Una grande innovazione del 1948 è stata il passaggio al sistema PAYG nel quale i contributi pagati dai lavoratori venivano utilizzati per finanziare le pensioni, mentre lo stato apportava risorse ad un fondo di riserva e ad uno per l’assistenza sanitaria. La copertura del sistema pensionistico non solo includeva i lavoratori indipendenti, bensì prevedeva anche un pagamento minimo pari al 21% della media della retribuzione dopo 20 anni di assicurazione e una somma aggiuntiva per ogni anno in più fino ad un massimo del 85% del salario. In aggiunta venivano erogati sussidi per l’educazione dei figli a carico dei pensionati, indennità per i disabili con solo un terzo della capacità di lavoro e pensioni per le vedove. Le indennità di malattia e di maternità sono state aumentate dal 44% al 66% del salario e le settimane di congedo per le donne incinte sono salite a diciotto. A differenza di Polonia e Ungheria, la Cecoslovacchia non ha mai modificato la modalità di finanziamento del sistema pensionistico istituita nel periodo stalinista.

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L'europeizzazione delle politiche sociali nei paesi dell'Europa orientale: il caso della Repubblica Ceca e della Slovenia

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Informazioni tesi

  Autore: Sara Emiliani
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Bologna
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Scienze Internazionali e Diplomatiche
  Relatore: David Natali
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 95

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