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Le politiche fiscali nel processo di integrazione europea: proposte e prospettive future

Il declino europeo

Come già sottolineato, il presente lavoro di tesi verte principalmente su ciò che può essere migliorato nel sistema delle politiche fiscali della zona euro. Si concentra sulle sfide attuali e formula proposte per il cambiamento. È quindi per sua natura critico delle disposizioni in vigore. La presentazione dei problemi attuali dell’UE servirà poi come base di partenza per proporne il superamento negli ultimi due capitoli. Pur essendo le disposizioni esistenti dei Trattati della comunità europea, il quadro istituzionale e il processo decisionale, degli elementi di base sui quali ciascuno può contare, osserviamo ugualmente, giorno dopo giorno, le insufficienze di queste disposizioni per far fronte alle nuove sfide della costruzione europea, che provengono sia dall’esterno, a causa del processo di mondializzazione, ma anche dall’interno dell’UE. Di fronte ai blocchi ed alle situazioni a volte conflittuali che ne risultano, occorre inventare approcci innovativi che, anche apportando modifiche al quadro istituzionale esistente, consentano al sistema di evolversi. Tra le tante criticità dell’UE probabilmente è sul Patto di Stabilità e Crescita che si sono scatenate le accuse maggiori. "Sparare sul PSC è diventato uno sport comune fra gli economisti (e non solo)". Un consenso sembra emergere proprio nell’individuazione del tetto ai deficit di bilancio nazionali e ai debiti pubblici, previsto dal PSC, quale causa principale della crisi attuale della zona euro. Ma il consenso non è unanime. Secondo Paul De Grauwe (2010) il motivo per cui i Paesi sono entrati nella crisi del debito pubblico ha poco a che fare con la scarsa efficacia del PSC o con la dissolutezza dei Governi prima della crisi. Sorprendentemente, l’unico settore che non ha esperienza di un aumento dei livelli del debito (come percentuale del Pil) è stato il settore pubblico. L’unico caso in cui si può dire che ciò è vero è la Grecia. Tale spiegazione non si applicherebbe, invece, agli altri Paesi, dove le cause fondamentali della crisi sarebbero rintracciabili nell’insostenibile accumulazione di debito privato e in divergenze macroeconomiche interne all’UE; ciò ha costretto i Governi a intervenire per dare una mano - in alcuni casi per salvare - ampi segmenti del settore privato (banche e famiglie). La forte espansione dei livelli di debito pubblico nella zona euro è iniziata, dunque, dopo che la crisi finanziaria è esplosa. Per quanto riguarda le divergenze macroeconomiche, esse dipenderebbero soprattutto da quelli che De Grauwe definisce "animal spirits" nazionali, cioè sentimenti di ottimismo e di pessimismo che si auto-avverano e che guidano l’attività economica. Gli "animal spirits" europei continuano ad avere una forte base nazionale e spingono endogenamente il credito a espandersi e a contrarsi. Quanto più lontani sono gli "animal spirits" interessati, tanto più la zona euro è lungi dall’essere integrata. Ovviamente, questa è solo una delle tante tesi.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Le politiche fiscali nel processo di integrazione europea: proposte e prospettive future

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Informazioni tesi

  Autore: Samuele Calabrese
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Catania
  Facoltà: Economia
  Corso: Finanza
  Relatore: Tiziana Maria Stella Cuccia
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 157

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