Intossicazione acuta da oppiacei: la risposta infermieristica attraverso Protocolli e Procedure in continua evoluzione.

La tossicodipendenza è un fenomeno multimodale, al suo interno sono presenti principalmente una componente psicologica ed una fisica. Per tale motivo, il suo trattamento richiede un approccio globale. La componente psicologica richiede essenzialmente un approccio psicoterapeutico costituito da un percorso che, attraverso l'incontro e la discussione, allontani il soggetto dalla sua dipendenza. Il concetto di comunità terapeutica, introdotto dal Daytop Village di New York e dalla Phoenix House, prevede un trattamento non farmacologico attuato in centri residenziali pubblici. In questi luoghi i consumatori di droga ricevono un addestramento, un'educazione e un reindirizzo che li aiuta nel reintegro nella società. La permanenza in queste comunità può essere anche relativamente lunga (di solito 15 mesi); tuttavia, i tassi iniziali di abbandono sono estremamente alti e sono ancora senza risposta le domande su quanto esse funzionino, su quanto largamente possano essere utilizzate e su quanti fondi la società
dovrebbe investirvi. La componente fisica invece risulta assai più critica e di difficile trattamento. La dipendenza fisica è suggerita da un'anamnesi di tre o più iniezioni di stupefacente al giorno, dalla presenza di segni di venopunture recenti, dall'osservazione dei segni e sintomi di astinenza persistenti e/o dalla presenza di metaboliti morfinici in un campione urinario. Qualora la dipendenza fisica sia riscontrabile e conclamata la terapia sostitutiva con metadone è il metodo di scelta per lo
svezzamento dagli oppiacei, in ragione della sua emivita lunga e delle sue proprietà sedative meno marcate.