Fernando Pessoa e il sogno. Mensagem: analisi e commento.

Il Sebastianismo risale a tempi molto più remoti di D. Sebastião. Nel 1530 il re João III offre la vila di Trancoso (oggi nel distretto amministrativo di Guarda) a un suo fratello minore, Ferdinando, come dono di nozze. Gli abitanti non ne vogliono sapere e non permettono che Ferdinando prenda possesso della vila.

C’è, ovviamente, una grande differenza tra il dipendere dall’amministrazione di funzionari regi, maggiormente inclini all’indulgenza e alla corruzione nella riscossione delle imposte, o essere sudditi di un signore che basava la propria sussistenza sulle tasse e che perciò era sempre rigoroso,e a volte crudele, nella loro esazione. Questa situazione tumultuosa si protrae per alcuni anni e il re comincia un negoziato con un rappresentante degli abitanti, contando sul fatto che il tempo avrebbe potuto risolvere la situazione.

Così è, perché l’infante muore nel 1534 e Trancoso ritorna nel patrimonio della Corona. Durante gli anni della rivolta antisignorile, un ciabattino che abita nella vila, Gonçalo Eanes detto Bandarra, compone alcuni versi destinati a divenire celebri. È questo un personaggio rozzo e senza cultura che, dopo essersi messo a leggere la Bibbia in portoghese, allaccia contatti con i cristiani nuovi, ai quali si rivolge per farsi spiegare i passi che non comprende.

Mescola quindi a caso citazioni da passi della Bibbia, confusi ricordi della poesia popolare tradizionale, il mito dell’Occulto, che affonda le sue radici nella vicina Spagna (frutto delle profezie non canoniche attribuite a Sant'Isidoro di Siviglia), le Coplas di fra Pedro de Frías (sorta di parafrasi in rima popolare dei testi dell'arcivescovo di Siviglia), e le Profezie di fra Juan de Rocacelsa (in cui ad assumere il titolo di Velato è un misterioso individuo, giudeo, che capitanerà gli insorti di Valencia nel 1532 e pretenderà di essere il principe Juan, figlio dei re cattolici, morto anni prima). Bandarra inserisce inoltre profezie della tradizione orale, vestigia di leggende del mito di re Artù, critiche sociali alla corruzione e alla prepotenza dei grandi e il risultato finale è una sorta di caotico dramma pastorale profetico che, secondo le intenzioni dell’autore, è una protesta contro la donazione della città al fratello del re.