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Infrasottile: catturare il cambiamento

Il readymade e l’infrasottile

Risale al 1913 il primo readymade, che è Ruota di bicicletta. L’opera, secondo le parole di Marcel, non è nata come opera, ma come semplice distrazione e diversivo all’interno del suo studio. Il concetto di readymade apre innumerevoli interrogativi per l’arte e tocca profondamente anche l’idea di infrasottile:
"La mia idea era quella di trovare, di scegliere un oggetto che non attirasse né per la sua bellezza né per la sua bruttezza… di trovare un punto di indifferenza nel mio sguardo verso di esso…"
L’indifferenza come metodo per evitare il gusto estetico e personale e non ricadere nel retinico che in quel periodo l’aveva tanto esasperato e da cui cercava di fuggire. L’indifferenza è parte fondamentale nella nascita dell’idea stessa di readymade; ogni spiegazione data da Duchamp è sempre nata a posteriori rispetto al tempo in cui il primo oggetto è stato scelto per diventare readymade. L’idea originaria era infatti quella di creare un semplice diversivo, una specie di “distrazione” nel suo studio, che non lo impegnasse troppo e che gli permettesse di pensare-creare. Per permettere questo, l’indifferenza dev’essere necessaria:
"Naturalmente, potrei dire che esiste un gran numero di oggetti di questo tipo, ma in realtà non ce ne sono così tanti, è molto difficile. Quando si guarda una cosa, basta un attimo perché finisca per diventare interessante. [...] Quando capitava una cosa del genere con un oggetto, io lo scartavo.L’oggetto deve essere così insignificante da permettere allo sguardo-coscienza di scivolare via, e di non soffermarsi catturato da una qualche implicazione di gusto o di piacere."
Quasi casualmente, e senza troppo pensarci, avviene la nascita e la scelta del readymade. E anche per questa necessità di indifferenza Duchamp si impone di limitare il numero degli oggetti di questo tipo a un certo numero e di programmarli come se fossero “appuntamenti”. In questo modo evita di cadere in un sistema altrettanto “masturbatorio” di quello retinico che aveva ripudiato. I suoi oggetti “già fatti” devono essere il meno amabili possibili. Non devono provocare nessun piacere visivo, tant’è che una delle loro caratteristiche originarie era proprio quella di non essere esposti a troppi sguardi. Ruota di bicicletta, Attaccapanni, Pettine erano posti nello studio di Marcel, senza nessuna pretesa di ammirazione. Stavano. E basta. In questo senso, soprattutto, il concetto di infrasottile ritorna in superficie. La differenza (dimensionale) tra 2 oggetti fatti in serie [usciti dallo stesso stampo] è un infrasottile quando il massimo della precisione è ottenuto. Questi oggetti così trattati sono differenti dagli altri oggetti prodotti industrialmente e posseduti da tutti.E non solo. Gli oggetti così “decisi” sono diversi anche da loro stessi prima della decisione. Impossibile dire che Ruota di bicicletta capovolta sullo sgabello nello studio di Duchamp sia uguale alla stessa ruota di bicicletta che probabilmente giaceva sul pavimento. Sono lì, indifferenti al gusto come prima, ma hanno cambiato direzione. In modo del tutto infrasottile. La loro visibilità resta priva di contemplazione anche quando nel 1916 Duchamp li porta alla Exhibition of Modern Art insieme ad alcuni quadri e li pone nell’ingresso.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Infrasottile: catturare il cambiamento

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Informazioni tesi

  Autore: Marzia Rota
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Bergamo
  Facoltà: Scienze Umanistiche
  Corso: Lettere
  Relatore: Elio Grazioli
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 56

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