Le Muse della Settima Arte. La regia femminile nel cinema americano

Le ricerche e gli studi relativi alla storia delle donne, quelli di genere, e quelli specifici in materia della settima arte, si sono intrecciati sin dagli inizi del Novecento con la storia del cinema; essi infatti esistono sin dagli inizi del Novecento, con sfumature e metodologie diverse da quelli che più tardi avrebbero assunto la definizione di Women’s studies, ma sono stati necessari per “sfatare” l’idea di una partecipazione delle donne solo episodica ed “eccezionale” nel campo dell’arte, della politica, nella chimica, nel campo scientifico e nella fisica. La politica soprattutto non ha fatto eccezione: anche in questo caso ci sono voluti gli Women’s studies per riconoscere l’esistenza e l’importanza rivestita da intere società matriarcali, oppure per rintracciare la testimonianza di donne che, fin dal trecento, si sono occupate di politica e cioè di quell’ambito che, legato a una dimensione pubblica di potere in cui le donne sembravano averne piena cittadinanza. La presenza singolare delle donne in tutti questi ambiti, si appresta a fornire la prova di uno spazio di affermazione per lungo tempo precluso e reso inaccessibile alle artiste dei tempi passati.
Nella storia del cinema, le donne non sono state solo dive, ma anche registe, sceneggiatrici, produttrici, distributrici e si sono cimentate nella difficile impresa di conquistare uno spazio di agibilità professionale all’interno di un’industria in via di formazione.
Nomi come Eleonora Duse, Frieda Klug, Diana Karenne, Elvira Notari, emettono un suono forse familiare, ma in realtà in pochi ne conosciamo l’essenza: parliamo di coloro che per prime si sono affermate nell’imponente mondo del cinema mondiale.