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Il trattamento della famiglia italiana: criticità e prospettive di riforma fiscale

Le misure fiscali a sostegno della famiglia: un quadro generale

Tra gli obiettivi che uno Stato generalmente si pone con riguardo ai cittadini si incontrano: la riduzione del rischio di povertà e l'equità orizzontale, secondo cui contribuenti uguali, siano essi famiglie o singoli individui, devono essere trattati allo stesso modo, nonché il sostegno al patrimonio umano costituito dalle nuove generazioni, anche attraverso investimenti in istruzione, formazione, salute e cura dell'individuo. Gli strumenti fiscali e/o di welfare utilizzati per il perseguimento di tali obiettivi si presentano, spesso, sotto forma di assegni per i nuclei familiari e come fornitura di servizi ad accesso agevolato (per esempio, servizi assistenziali o di asili nido).

Esistono, inoltre, una serie di detrazioni o deduzioni per carichi di famiglia, integrati con aliquote e scaglioni sui redditi dell'unità impositiva (famiglia vs. individuo) modellati al fine di garantire la progressività dell'imposta, criterio disciplinato in Italia all'art. 53 della Costituzione.
Questi strumenti sono stati più volte oggetto di modifiche da parte dei Governi che si sono succeduti nel corso delle ultime legislature, in quanto compatibili con ulteriori obiettivi di politica economica, quali l'azione redistributiva del bilancio pubblico, l'efficienza del sistema tributario nel sostenere lo sviluppo economico, in particolare fornendo incentivi per l'ingresso nel mondo del lavoro – con riguardo soprattutto a donne e giovani – e inseguendo particolari finalità demografiche (Di Nicola, 2009).

Optando per un'analisi che voglia concentrarsi sui sostegni di natura monetaria diretti all'istituto della famiglia, si può osservare la presenza di due principali modalità di intervento, antitetiche tra loro, rivolte a diversi beneficiari e aventi fini differenti. La prima si fonda sul sostegno diretto alla famiglia basato sull'erogazione di assegni per il nucleo familiare, accompagnati da agevolazioni fiscali rivolte al singolo individuo connesse con detrazioni e deduzioni per figli o per spese familiari; si tratta quindi di una modalità che tiene conto delle necessità di spesa che una famiglia deve affrontare nel soddisfacimento dei propri bisogni.

La seconda tipologia di intervento, invece, è costituita dalla tassazione per parti del reddito familiare complessivo; in tale modalità rientrano il meccanismo dello splitting (presente in paesi come la Germania e gli Stati Uniti) e quello del quoziente familiare (introdotto in Francia già dalla seconda metà degli anni '50). Tali meccanismi sono entrambi orientati verso una corretta applicazione del principio di equità orizzontale, inteso come neutralità di tassazione tra famiglie a parità di capacità contributiva o di reddito equivalente, pur se con diverso numero di figli e livello di redditi percepito, individualmente e/o nel complesso.
Le differenze tra queste due modalità alternative diventano, a questo punto, evidenti: se da una parte abbiamo una tassazione che colpisce il reddito percepito dal singolo individuo, considerato l'unico soggetto alla base della capacità contributiva, dall'altra si assiste ad una tassazione che colpisce il reddito complessivo di tutto il nucleo familiare, considerato come la sede delle scelte di consumo e di produzione.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Il trattamento della famiglia italiana: criticità e prospettive di riforma fiscale

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Informazioni tesi

  Autore: Matteo Mombelli
  Tipo: Diploma di Laurea
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Brescia
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia del Turismo
  Relatore: Paolo Panteghini
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 72

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