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Financial literacy ed efficacia dei programmi di educazione finanziaria

Ruolo della finanza comportamentale

La finanza comportamentale è una materia recente, tanto che non esiste un’enorme bibliografia al riguardo. La sua nascita è dovuta al fatto che la teoria neoclassica, nell’intento di descrivere meccanismi economici, tende a considerare soggetti economicamente preparati. Ad esempio nelle ipotesi di un modello denominato CAPM, figura l’agente massimizzatore di profitto ed avverso al rischio, un’altra chiarificatrice è sostanziata dalle aspettative omogenee; ossia tutti gli agenti accedono alle informazioni disponibili e condividono i valori di medie, varianze e covarianze. Si può facilmente intuire, che gli agenti descritti non siano degli sprovveduti da un punto di vista economico-finanziario. Nell’analisi del presente lavoro la platea è completamente omogenea, quindi figurante individui, i quali sono condizionati profondamente dalla loro irrazionalità nel prendere le decisioni oggetto del tema. La crisi finanziaria, fonda una delle sue principali cause nell’eccessivo indebitamento negli Usa dei mutui subprime, la quale ha innescato la caduta dei mercati azionari e finanziari, ed ha messo a nudo la mancanza di consapevolezza degli investitori sui costi e rischi assunti, derivanti dalla stipula dei contratti di finanziamento. Appare chiaro a questo punto la necessità di una educazione finanziaria. Nonostante ciò molti scettici pensano, che i piani di financial capability (alfabetizzazione finanziaria), siano molto costosi a confronto dei benefici che possano apportare, essendo questi ultimi difficilmente misurabili. La questione è completamente aperta, poiché se il divario di competenze è elevato, il suo costo è difficilmente misurabile; inoltre la correzione dei comportamenti economici errati, non sembra legata in via esclusiva ad un incremento delle competenze e conoscenze specifiche. Ciò implica mancanza nei meccanismi cognitivi, i quali guidano il comportamento finanziario dei consumatori. Tuttavia la sentenza sorge spontanea, la recente crisi ha manifestato, che il costo necessario ad seguire iniziative di educazione finanziaria risulti inferiore al costo di una popolazione irrazionale. Le cause dell’assunzione di decisioni economiche irrazionali, e perciò non votate alla massimizzazione della propria utilità, non possono essere riconducibili al problema dell’asimmetria informativa. Quindi, risulta assumere un ruolo non di poco conto lo studio delle decisioni economiche degli psicologi della decisione, i quali hanno dato vita appunto, al ramo di ricerca della finanza comportamentale. Questi studi conducono alla comprensione di comportamenti, che dal punto di vista economico sembrano irrazionali, ma che sono tranquillamente comprensibili, se si considera la maniera in cui le persone elaborano ed usano le informazioni disponibili, i condizionamenti socio-culturali ed il contesto in cui avvengono le scelte. Questa nuova scienza riunisce il lavoro di psicologi e di economisti, avvalendosi della sperimentazione empirica e studiando il comportamento delle persone innanzi a scelte di natura economico-finanziaria… Come ad esempio esprimersi tra consumo e risparmio, pensare al proprio futuro, proteggersi da futuri eventuali eventi negativi, accumulare ricchezza, gestire autonomamente il proprio risparmio invece di affidarsi ad un esperto. Essa è di notevole aiuto in quanto, consente di comprendere e prendere coscienza di alcuni meccanismi impliciti ed irrazionali, che guidano il comportamento umano, e che in questo modo, possono esser previsti e ove possibile corretti. Il punto di forza di questa disciplina è di analizzare insieme sia i modelli analitici, sia la varietà dei comportamenti umani. I comportamenti irrazionali sono spesso determinati da ignoranza. Questa disciplina è una valida base nel fronteggiare delle componenti di conoscenza e razionalità, le quali vanno a minare un comportamento efficiente e sensato dell’essere umano. Ad esempio far prendere coscienza ad un soggetto di meccanismi, i quali lo guideranno nel suo percorso decisionale e, che siano inclini e usati nella maniera più adatta nelle situazioni, che di volta in volta si affaccino al soggetto. Di conseguenza è un mezzo mediante il quale, è possibile ridurre l’ignoranza di un individuo e contemporaneamente dotarlo delle abilità più consce ad assumere decisioni ponderate e sensate. Devo eseguire una precisazione e, cioè accanto alla componente cognitiva, si affiancano aspetti di tipo emotivo, assai più difficili da comprendere,gestire e correggere.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Financial literacy ed efficacia dei programmi di educazione finanziaria

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Informazioni tesi

  Autore: Maurizio Davani
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2011-12
  Università: Università degli Studi Roma Tre
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia e Finanza
  Relatore: Massimo Caratelli
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 93

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