Made in Med: Antefatti e Prospettive del Partenariato Euro-Mediterraneo

La principale mission del partenariato globale euro-mediterraneo era quella di fare della regione mediterranea uno spazio comune di pace, di stabilità e di prosperità, all'interno del quale potesse instaurarsi un dialogo politico ed una cooperazione equa, non soltanto a livello economico e finanziario, ma anche in ambito scientifico-tecnologico, sociale e culturale.

Questi erano gli obiettivi principali prefissati all'interno della Dichiarazione finale della Conferenza ministeriale tenutasi a Barcellona il 27 e il 28 novembre 1995, alla quale presero parte da un lato i dodici paesi terzi del Mediterraneo, ovvero l'Algeria, Cipro, l'Egitto, Israele, la Giordania, il Libano, Malta, il Marocco, la Siria, la Tunisia, la Turchia, l'Autorità palestinese, la Lega degli Stati arabi, l'Unione del Maghreb arabo e la Mauritania, e dall'altro i ministri degli Esteri degli allora quindici stati membri dell'Unione Europea (Germania, Francia, Italia, Paesi Bassi, Belgio, Lussemburgo, Regno Unito, Irlanda, Danimarca, Grecia, Spagna, Portogallo, Austria, Finlandia e Svezia).

I successivi processi di espansione videro l'annessione al partenariato nel Maggio del 2004 di Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria e Slovacchia, nonché l'annessione all'Unione Europea di Malta e Cipro. Questa contava ormai 25 stati membri contro gli ormai 35 paesi firmatari del partenariato euro-mediterraneo.
Le riflessioni nate all'interno di tale summit erano già state avviate in precedenza durante i Consigli europei di Lisbona del 92 e di Corfù del '94, all'interno dei quali l'Unione Europea aveva già mostrato apertamente la sua intenzione di intraprendere delle reazioni più stabili e durature con i paesi del bacino mediterraneo.

Queste aspirazioni europee dovettero attendere dunque soltanto un altro anno affinché potesse essere redatta una Dichiarazione ufficiale ed un programma di lavoro, entrambi approvati all'unanimità e sottoscritti dai 27 paesi partecipanti. La firma di tali documenti sancì il definitivo impegno dei partecipanti ad un'intensa attività di cooperazione multilaterale, ed il conseguente abbandono della consueta natura bilaterale dei precedenti accordi di collaborazione.

La transazione verso questa nuova direzione esigeva un rinnovato rispetto nei confronti delle specificità di ogni singolo partecipante al fine di pervenire ad un processo d'integrazione corretto e pacifico, che mirava non soltanto ad abbracciare la sfera finanziaria ed economica, ma anche la dimensione sociale ed umana.