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Identificazione di mutazioni in pazienti italiani affetti da Amaurosi Congenita di Leber mediante analisi di microarray

Distrofie retiniche progressive

Le distrofie retiniche progressive, per la loro frequenza e la loro maggior conoscenza dal punto di vista biomolecolare, meritano un discorso più completo. Tra di esse, la Retinite Pigmentosa (RP) che comprende un gruppo di degenerazioni retiniche clinicamente e geneticamente eterogeneo ), che possono evolvere nel corso degli anni verso una progressiva perdita delle capacità visive, fino alla completa cecità . Queste sono le cause più frequenti di gravi alterazioni visive, dopo la retinopatia diabetica, in individui di età compresa tra i 16 e i 50 anni. La patologia ha inizio con la perdita molto precoce della funzione dei “bastoncelli” a causa di una progressiva degenerazione, e si manifesta a livello clinico con la perdita della visione notturna o “cecità notturna”, seguita da restringimento del campo visivo periferico, accumulo di pigmenti nel fondo oculare con formazione di depositi, che evolvono in strutture granulari simili a spicole ossee, elettroretinogramma ridotto in ampienza o del tutto assente (ERGs), ridotta vascolarizzazione tissutale ed apoptosi delle cellule fotorecettrici. Successivamente, la degenerazione cellulare si estende ai “coni”, determinando così anche la perdita della visione cromatica e diurna . L’incidenza della RP è stimata essere 1:4000, costituendo così la maggior causa ereditaria di cecità nell’uomo. Dal punto di vista clinico la malattia può presentare un esordio precoce o tardivo e anche la progressione può essere più o meno grave; in genere, più precoce è l’età d’insorgenza, più severo è il decorso della malattia. Geneticamente sono riconoscibili diversi tipi di ereditarietà genetica: trasmissione autosomica dominante (ADRP), autosomica recessiva (ARRP) ed associata al cromosoma X (XLRP); sono state anche identificate forme mitocondriali, quindi con eredità materna. Tuttavia nella maggioranza dei casi (circa il 50- 60% della popolazione caucasica), è impossibile identificare un modello di trasmissione ereditaria, per cui questi casi sono definiti “sporadici”. Infine, la RP è classificata in forme non-sindromiche che non colpiscono altri organi e tessuti oltre l’occhio oppure si può manifestare congiuntamente ad altri segni clinici dando origine a forme sindromiche tra cui degne di nota sono la Sindrome di Usher in cui la RP si associa a sordità e la Sindrome di Bardet-Bield in cui la RP si associa a polidattilia e ritardo mentale.

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Identificazione di mutazioni in pazienti italiani affetti da Amaurosi Congenita di Leber mediante analisi di microarray

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Informazioni tesi

  Autore: Manuela Marescotti
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2007-08
  Università: Università degli Studi di Napoli - Federico II
  Facoltà: Scienze Biotecnologiche
  Corso: Biotecnologie mediche, veterinarie e farmaceutiche
  Relatore: Viola Calabro'
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 126

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