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La lingua come strumento di identità: La Lézarde e Ormerod di E'douard Glissant

Il creolo

Un aspetto culturale particolare dell’arcipelago caraibico è senza dubbio quello linguistico. Queste isole sono impregnate,forse più di altre zone appartenenti geopoliticamente alla francofonia, nel sentimento della loro identità della diglossia che le caratterizza:da una parte la lingua francese di importazione coloniale,dall’altra quella creola di origini autoctone. Certamente è un fenomeno comune a tutti quegli spazi geografici che entrano in un qualsiasi modo in contatto tra loro,infatti la prima descrizione che Gabriel Maness riporta nel suo studio,è di un idioma insolito utilizzato da persone di lingue diverse che hanno però l’esigenza di comunicare tra loro e quindi sono solo una forma di lingua di contatto. I creoli compaiono,sempre secondo Manessy,nel momento in cui il bisogno di relazionare è più preponderante rispetto al senso di buon utilizzo della lingua,quindi con una certa rilassatezza verso le norme grammaticali,sintattiche e lessicali di base.Diventa insomma una specie di compromesso linguistico,per fare fronte ad esigenze primarie. Diventa anche un simbolo dell’identità etnica di un gruppo e tale fenomeno è nello spazio delle Piccole Antille quanto mai evidente. Nello stesso tempo in cui la popolazione sia è creolizzata,parallelamente ogni isola ha mantenuto una particolarità nel linguaggio che la contraddistingue,soprattutto a livello morfofonologico. Manessy insiste appunto nel processo di formazione del creolo su un sistema socio culturale identico in tutto l’arcipelago,come Valdman,concorda sul fatto che essendo gli interlocutori capaci di intendersi senza formulare una frase completa, questo determina appunto le distinzioni all’interno dello stesso creolo. La lingua diventa per questo parte integrante della cultura e del sentimento nazionale per tanto On ne saurait (…) dissocier la culture haïtienne de la langue qui en est à la fois la matrice et la manifestation. La lingua creola riflette attraverso la particolarità della sua genesi la costituzione socio-culturale dello spazio caraibico,la caratteristica essenziale della creolità, parallelamente alla formazione storica di queste isole. La linguistica creola è una scienza piuttosto recente nata dall’interesse di alcuni studiosi sia francesi sia francofoni di linguistica generale,che verso il 1970 si interessano alla ricerca delle origini e dello sviluppo di suddetto idioma,incontrando già delle prime difficoltà nell’iniziale tentativo di stabilire le origini del termine stesso di “creolo”o “créole”. Una delle ipotesi è di farlo derivare dal portoghese “criulo” o “criolo”,passando al francese attraverso lo spagnolo “criollo” del XVII secolo,che è il participio passato del verbo”criar”che significa (…)personne d’ascendance européenne née dans une partie du monde autre que l’Europe(…)
La lessicografia di questa parola stabilisce il senso di chi è nato fuori dall’Europa,sia esso bianco o di altra razza, quindi Aux Antilles comme aux Mascareignes,dans la première moitié du XVIIIe siècle,le qualificatif “créole” s’applique donc à des blancs,des métis ou des noirs(…). Il linguista R. Arveiller stabilisce che solo verso la fine del XVII secolo il termine “criollo” comincia a subire una certa francesizzazione abbandonando il suo carattere più ispanico. Robert Chaudenson in Essai sur la créolisation linguistique et culturelle durante i suoi studi concentrati esclusivamente all’area francofona,si chiede le ragioni dell’adozione del termine “creolo”che investe non solo i territori conquistati dalla Spagna,come appunto le Americhe,ma raggiunge anche l’Oceano Indiano,dove i Francesi sono arrivati a colonizzare.

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La lingua come strumento di identità: La Lézarde e Ormerod di E'douard Glissant

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Informazioni tesi

  Autore: Simona Guidotti
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2004-05
  Università: Università degli Studi di Urbino
  Facoltà: Lingue e Letterature Straniere
  Corso: Lingue e Letterature Straniere
  Relatore: Piero Toffano
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 134

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