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La fortuna critica italiana di Divorzio all'italiana (1961) di Pietro Germi

Gli anni Settanta: il silenzio

Nel corso degli anni Settanta sono pochi gli articoli o i libri che trattano di Divorzio all’italiana e più in generale di Pietro Germi. L’unico momento in cui i quotidiani tornano a parlare diffusamente del regista e della sua filmografia è il 1974, alla notizia della sua morte.
Nel 1970 Leonardo Sciascia pubblica un saggio dal titolo “La Sicilia nel cinema” in cui parla dei principali film italiani ambientati nella regione. Tra questi vengono citati anche i lavori di Germi e, sebbene Sciascia si occupi più delle opere precedenti del regista, anche a Divorzio all’italiana viene dedicata qualche riflessione. Secondo l’autore i temi de «la Sicilia “mondo offeso”, la Sicilia comico-erotica hanno dato al cinema italiano opere tra le più significative dalla fine della guerra ad oggi: da La terra trema di Visconti a Divorzio all’italiana di Germi». E a proposito di Germi e di Divorzio all’italiana afferma: «È indubbiamente il suo film migliore, il più felice; in cui la materia passionale è deliziosamente rovesciata sotto i segni dell’eros comico brancatiano; in cui la Sicilia si fa teatro di una commedia della società italiana».
Nel 1972 Pietro Bianchi intervista, per conto de Il Giorno, il regista.
L’argomento è il “trattamento” riservato alle donne nei suoi film. In quell’anno era uscito nelle sale il film Alfredo Alfredo che aveva tra gli interpreti Stefania Sandrelli. La prima domanda è quindi riservata al rapporto tra il regista e la sua attrice preferita, che con lui esordì. Germi ricorda che quando la conobbe era una ragazzina di quindici anni e afferma: «Mi piacque subito. Da allora, era il tempo di Divorzio all’italiana, abbiamo fatto molti film insieme. Non è un’interprete di testa, ma un temperamento. Psicologicamente un tipo parecchio curioso». Il critico, cogliendo subito il riferimento al film del 1961, prosegue allora domandando se la Sandrelli è ancora legata, nella sua mente, a Divorzio all’italiana e il regista risponde: «Può darsi , Divorzio è il film che mi è più caro, in cui credo di essermi espresso meglio». Tornando poi all’argomento principale dell’intervista Bianchi dichiara di avere l’impressione che proprio nel primo film comico del regista sia “scoppiata” la sua misoginia, che prima era latente, e che spesso le donne escono dai suoi lavori con le “ossa rotte”. Germi allora replica: «Non mi sembra giusto dire che sono un misogino. […] Credo che il problema sia mal posto. Le donne sono un fatto straordinario, non concepisco la vita senza di esse. Sono però molto possessive, e non comprendono il nostro desiderio di star soli, almeno per qualche ora al giorno».
Due anni dopo questa intervista, il 5 dicembre 1974, Germi muore a Roma.

Questo brano è tratto dalla tesi:

La fortuna critica italiana di Divorzio all'italiana (1961) di Pietro Germi

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Informazioni tesi

  Autore: Leila Muci
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2006-07
  Università: Università degli Studi di Milano
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Scienze dello spettacolo e della produzione multimediale
  Relatore: Elena Dagrada
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 172

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