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Le variazioni stabilometriche nel trattamento del paziente con disfunzione dell’ATM

Rapporti anatomo-funzionali tra occlusione e postura

Nella valutazione posturale non basta considerare le asimmetrie, le retrazioni e le deviazioni della colonna vertebrale, dei cingoli, degli arti inferiori e superiori, ma è necessario prendere in esame anche la posizione craniomandibolare e gli eventuali difetti della colonna vertebrale. I muscoli della masticazione, la muscolatura cervicale anteriore e posteriore, l'osso ioide, i muscoli sopra e sotto-ioidei, tutti hanno un intimo sinergismo che, se perturbato, può influenzare la posizione del cranio e della mandibola, alterando la postura non solo della testa, ma anche di tutto il resto del corpo. È abbastanza diffusa nella posturologia la classificazione delle patogenesi in tipo ascendente o discendente, che permette di distinguere se un'alterazione posturale dipende da una cattiva posizione dei piedi, dagli arti inferiori, dal bacino (tipo discendente) o da una cattiva posizione del sistema craniomandibolare (ascendente). Nelle alterazioni posturali il meccanismo è sempre reciproco: un'alterazione posturale di tipo ascendente può influenzare la posizione cranio-mandibolare, costringendo la mandibola ad assumere una posizione scorretta; allo stesso modo un'alterazione cranio-mandibolare può influenzare la posizione della colonna e del bacino con conseguente compensazione. La colonna vertebrale viene influenzata in entrambi i casi e si adatta a tali scompensi con deviazioni (iperlordosi, ipercifosi, scoliosi), oppure con blocchi e/o micromovimenti delle articolazioni, che possono portare a lesioni e sublussazioni. Per la stabilizzazione della mandibola in situazioni sia statiche che dinamiche il sistema muscolare che interviene può essere semplificato in tre sottogruppi: i muscoli elevatori, i muscoli abbassatori e i muscoli cervicali. Infatti per postura mandibolare si distinguono due posizioni diverse: quella di riposo e quella di massima intercuspidazione. I muscoli utilizzati nella posizione di riposo sono principalmente i muscoli ioidei: i sovraioidei, i sottoioidei ed i muscoli correlati con clavicola, con rachide cervicale, faringe e lingua. Tutti questi utilizzano l’osso ioide come una carrucola, ne determinano la posizione, quale risultante della tensione di tutti i muscoli ad esso connessi. I muscoli utilizzati per la posizione di massima intercuspidazione sono principalmente gli elevatori: temporali, masseteri, pterigoidei interni. Naturalmente queste sono solamente catene muscolari anteriori; esse non potrebbero funzionare senza un adeguato controllo della posizione del capo ad opera dei muscoli cervicali, in primis sternocleidomastoidei e trapezi. L'integrazione dell'attività sinergica di questi gruppi muscolari ed in particolare dei muscoli ioidei permette, nella deglutizione, l'elevazione dell'osso ioide e l'abbassamento della mandibola, dando alla stessa, durante la masticazione, la possibilità di avere ampi movimenti pur mantenendo l'osso ioide in una posizione relativamente stabile; in caso contrario non sarebbe possibile parlare, masticare e deglutire senza portare la testa in avanti. Un allineamento errato della testa, causato da un problema di tipo discendente (cranio-mandibolare, atlanto-occipitale ecc.) sarà trasferito, attraverso lo ioide e i muscoli sopraioidei, alle strutture sottostanti che dovranno adattarsi ad una diversa tensione, scatenando una serie di compensi che gradualmente potranno ripercuotersi fino al piede. Se da un lato molti blocchi vertebrali possono avere come causa primaria una cattiva occlusione, dall'altro una cattiva occlusione può essere condizionata da un'alterazione della funzione dei micro movimenti della colonna vertebrale, che può ricercare gradualmente il suo compenso fino alla bocca. Individuata l'esistenza di queste relazioni, diversi sono i fattori che devono essere considerati in un’alterazione posturale: l'equilibrio osteoarticolare, l'equilibrio occlusale e i muscoli della catena cinematica chiusa, il sistema stomatognatico, l’equilibrio della colonna vertebrale e quello podalico.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Le variazioni stabilometriche nel trattamento del paziente con disfunzione dell’ATM

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Informazioni tesi

  Autore: Marco Maccheroni
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
  Facoltà: Medicina e Chirurgia
  Corso: Medicina e chirurgia
  Relatore: Carlo Di Paolo
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 57

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