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Caratteristiche forestali dei siti di nidificazione di Picchio nero (Dryocopus martius) nel Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi

Il picchio nero: caratteristiche bio-ecologiche generali e ruolo nelle cenosi forestali

Sistematica
Schivo e riservato sono gli aggettivi che riassumono il carattere di questo picide, tanto che è più facile udire il suo canto o il tambureggiamento che echeggia nella foresta che vederlo volare come un fantasma tra le fronde. Il picchio nero fu descritto per la prima volta da Linneo, il quale lo inserì nel genere Picus (nel Syistema naturae del 1758), quindi Degland e Gerbe lo inserirono nel genere Dryopicus, ma solo Dresser nel 1871 lo classificò come Dryocopus, la cui traduzione in lingua greca indica “colui che danneggia gli alberi”, mentre martius è parola di derivazione latina che significa “consacrato a Marte” (dio della guerra) (Luise,1990).

L’ordine dei Piciformes comprende uccelli di varia taglia distribuiti in tutto il mondo ad eccezione dell’Australia. Esso è diviso in 6 famiglie che sono accomunate dalla posizione zigodattila delle zampe e l’osteologia e la miologia degli arti inferiori. La famiglia dei Picidae è la più grande in termini di numero di specie all’interno dei Piciformes e dei quali è l’unica rappresentante in Europa. Essa si distingue dalle altre famiglie in particolare per la lingua che è attaccata allo ioide e può essere protesa per molti centimetri.

All’interno di tale famiglia si distinguono tre sottofamiglie (Jynginae, Picumninae, Picinae) che hanno in comune un collo piuttosto lungo, ali arrotondate, becco appuntito o a forma di scalpello ed un volo marcatamente ondulato. La sottofamiglia dei Picinae comprende molte specie arrampicatrici che si cibano di insetti dimoranti nel legno morto e sono caratterizzate generalmente da dimorfismo sessuale che si manifesta con variazioni cromatiche sulla testa o sulla regione zigomatica. Questa sottofamiglia comprende 171 specie e 23 generi, tra i quali il genere Dryocopus è presente in Europa, Asia ed America con 7 specie, tra le quali Dryocopus martius si trova esclusivamente in Eurasia e si suddivide a sua volta in 2 sottospecie: D.m.martius e D.m.khamensis. Quest’ultima occupa un areale disgiunto da quello della sottospecie principale, in Cina sud-occidentale e in Tibet (Cramp e Simmons, 1985).

Caratteristiche generali
Il picchio nero è il picide più grande in Europa con dimensioni (45-55 cm) paragonabili a quelle della Cornacchia nera, Corvus corone. Negli adulti il piumaggio, come indica il nome comune, è interamente nero ad eccezione della parte superiore del capo di colore rosso che permette la distinzione dei sessi: infatti, nel maschio tale colorazione si estende dalla fronte sino alla nuca, mentre nella femmina riguarda solo la parte posteriore del capo.

Nei giovani il colore del piumaggio è di un nero meno lucente tendente al bruno, con dimorfismo sessuale evidente a partire da 10 giorni dalla nascita. Il picchio nero ha una dieta spiccatamente mirmecofila, nutrendosi prevalentemente su Formicidi dei generi Camponotus, Lasius e Formica (Cuisin 1988, Luise 1990), che ricerca scavando fori caratteristici alla base delle piante (se questi insetti si trovano in colonie all’interno di alberi deperienti) oppure smuovendo i formicai; esso utilizza anche larve di Coleotteri, Imenotteri e Lepidotteri che ricerca scavando con il robusto becco su secconi, piante morte a terra o ceppaie; solo in caso di necessità si nutre di sostanze vegetali come semi e frutti (Cuisin, 1988).

Per l’elevata attività di scavo il picchio nero necessita di adattamenti particolari volti ad evitare l’insorgere di danni cerebrali; tra questi i più importanti risultano essere la larghezza della scatola cranica, lo spessore del setto interorbitale e dello strato corneo all’estremità del becco, lo sviluppo della muscolatura del collo, il legamento elastico cranio-becco, la mascella curvata verso l’interno. Il becco è liscio, rigido, largo alla base e la punta sebbene sia molto appuntita è anche molto robusta ed ottusa: un perfetto scalpello. La larghezza del bacino permette una grande stabilità quando l’individuo si trova aggrappato al tronco; in più, i depositi di melanina presenti nelle barbe delle remiganti contribuiscono a rinforzare queste penne, che vengono utilizzate come appoggio durante l’ascesa della pianta.

Le dita delle zampe in certi casi assumono una posizione zigodattila (due dita in avanti e due in dietro) che si è notato non essere un adattamento sviluppato per salire le piante, poiché in questi momenti le dita non sono mai parallele, ma il terzo crea un angolo variabile di volta in volta con il quarto (Cuisin, 1983). La posizione zigodattila viene assunta quando il picchio si trova a terra o quando scala un tronco con corteccia rugosa (Cuisin, 1983).

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Caratteristiche forestali dei siti di nidificazione di Picchio nero (Dryocopus martius) nel Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi

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Informazioni tesi

  Autore: Mauro Varaschin
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2007-08
  Università: Università degli Studi di Padova
  Corso: Scienze Forestali ed Ambientali
  Relatore: cristiana Colpi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 231

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