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La diffusione del calcestruzzo armato tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento attraverso le riviste

Le differenti opinioni sul calcestruzzo armato da parte di ingegneri e architetti

Lo sviluppo a grande scala del calcestruzzo armato tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento ha portato a discordanze nell'utilizzo di questo materiale. Possiamo infatti notare come gran parte degli Ingegneri abbiano pensato alla funzionalità di
questo materiale per ponti e altre grandi opere ingegneristiche come ad esempio i cavalcavia sulle strade. L'uso del cemento armato è servito per realizzare opere sicure e stabili senza concentrarsi in modo particolare sulla loro estetica. Un esempio sono i due ponti sui fiumi Santerno e Senio in provincia di Ravenna; due opere molto lineari e semplici dove il calcestruzzo rimane a vista. Un altro esempio è quello del Cavalcavia di Modena dell'ing. Sacerdoti che alterna l'uso del calcestruzzo armato con la tecnica della ghisa con cui sono state realizzate le colonne, molto curate dal punto di vista estetico, in stile eclettico. "Il Monitore Tecnico" si sofferma in particolar modo su opere pubbliche, prettamente funzionali dove la rilevanza estetica non è elevata. Nella sua fase iniziale, quando il calcestruzzo armato era in fase sperimentale, molti degli ingegneri e architetti erano scettici sull'uso di questa tecnologia e la maggior parte di essi preferiva continuare ad utilizzare i materiali della tradizione, cioè le strutture in mattoni e murature portanti. Già negli anni passati, con lo sviluppo dell'acciaio e delle strutture metalliche, gli ingegneri pensavano di aver trovato un materiale perfetto; questo però, che avrebbe dovuto essere la soluzione a molti problemi (come ad esempio la possibilità di realizzare luci molto ampie per i ponti), ha poi dimostrato di avere diversi limiti, tra cui la sua scarsa resistenza al fuoco. Ecco quindi perché, il nuovo materiale venne accolto molto bene da alcuni professionisti, mentre altri ritenevano necessari maggiori studi e certezze sulla sua reale efficacia.

Un modo per sperimentare la tecnica fu quello di non utilizzare il calcestruzzo armato per la costruzione di un intero edificio ma solo per una sua porzione. Si possono infatti avere testimonianze di molte costruzioni residenziali e non residenziali dove i solai sono stati costruiti in cemento armato, mentre gli orizzontamenti ancora in muratura portante. Un esempio sono gli "Uffici della Azienda elettrica municipale a Torino" dove tutti i solai e i pilasti furono realizzati in calcestruzzo armato, mentre in ferro i pilastri e le travature della sala delle macchine. Uno dei primi studiosi in Italia fu l'Ing. Camillo Guidi (1853-1941). Egli studiò a Roma, insegnò Statica Grafica, Scienza delle Costruzioni, Teoria dei ponti, al Politecnico di Torino dal 1881 al 1922. Furono suoi allievi Alberga, Colonnetti, Danusso, Locatelli, Porcheddu. Egli fu un grande studioso e sostenitore del calcestruzzo armato e si impegnò per studiarne tutte le caratteristiche attraverso molti studi di ricerca e prove in laboratorio a cui assistette anche la Società Porcheddu.

Interessante è l'utilizzo di questo materiale nell'eclettismo. Il forte interesse otto-novecentesco per il periodo gotico ha progressivamente fissato nella cultura popolare e nell'immaginario collettivo un evidente stereotipo legato ad aspetti che superano spesso la storia e riguardano l'esteriorità degli edifici. "Si pensa infatti a creare un involucro esterno in imitazione gotica, ma i materiali usati sono in realtà quelli contemporanei". Se si restringe il campo d'osservazione all'Italia degli anni che vanno dai primi decenni dell'Ottocento ai primi decenni del Novecento, si vedrà che il paese si trova calato nel pieno spirito eclettico del costruire, stagione culturale che produce, tra altri in stili diversi, anche edifici neogotici civili e religiosi. Nell'ambito delle architetture civili, i nuovi edifici-castello costituiscono una indubbia particolarità. Alcune di esse sono note al grande pubblico perché coinvolte nella frequentazione turistica di complessi più ampi quali, ad esempio, il Borgo con rocca neomedievale del Valentino (Torino, 1884) dell'architetto-restauratore-archeologo Alfredo D'Andrade (1839-1915), oppure il Borgo neomedievale di Grazzano Visconti a Vigolzone, (PC) realizzazione del duca Giuseppe Visconti di Modrone e dell'architetto Alfredo Campanini (dal 1906 al 1908) arricchito con restauri di autentici antichi resti castellani; altri fabbricati sono, invece, conosciuti perché di per sé veramente interessanti come costruzioni autonome: il Castello di Pollenzo a Bra, (CN) iniziato nel 1884 su costruzione trecentesca, ma anche il Castello Mackenzie (Genova, dal 1893 al 1905) del progettista Gino Coppedè, ed inoltre la ricostruzione del Castello Sforzesco di Milano, durata fino al 1905, ad opera dell'architetto Luca Beltrami (1854-1933) ed altre ancora numerose testimonianze, meno note, ma ugualmente ricche di atmosfere ambientali affascinanti, le stesse atmosfere percepibili, d'altra parte, negli edifici religiosi, non solo cristiano-cattolici.
Ne "L'Architettura Italiana", Gino Coppedé scrive un articolo su un suo nuovo albergo costruito con la tecnica in cemento armato a Genova: l'Hotel Miramare.
Questo, nonostante si tratti di una nuova costruzione, ha le decorazioni esterne, interne e la facciata totalmente in stile gotico. I materiali usati per le strutture sono però moderni, tra cui lo stesso calcestruzzo armato.

Questo brano è tratto dalla tesi:

La diffusione del calcestruzzo armato tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento attraverso le riviste

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Informazioni tesi

  Autore: Fabio Romerio
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2010-11
  Università: Politecnico di Torino
  Facoltà: Architettura
  Corso: Scienze dell'architettura e dell'ingegneria edile
  Relatore: Manuela Mattone
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 143

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