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Oneri documentali del transfer pricing

La documentazione del Transfer Pricing nell’Unione Europea – Il Masterfile e il Countryfile

La maggior parte dei Paesi europei ha sempre prestato particolare attenzione alla tematica del transfer pricing introducendo progressivamente, nei rispettivi ordinamenti giuridici, delle precise norme a tal riguardo, per lo più ispirando i propri provvedimenti a quanto disposto dall’OCSE.
Il volume degli scambi tra imprese consociate nell’area della Comunità Europea è caratterizzato da una curva crescente ripida e tale aumento, al contempo, è accompagnato dalla crescita del numero delle transazioni infragruppo. Come abbiamo già anticipato, la presenza di ordinamenti giuridici differenti può costituire un freno agli scambi e, al tempo stesso, può rendere assai complicata l’attività di contrasto ai fenomeni distorsivi che possono accompagnare l’istituto del transfer pricing.
A livello comunitario la problematica è ben nota e nell’ultimo ventennio sono numerosi i provvedimenti intrapresi per fornire degli strumenti che favoriscano l’azione coordinata delle Amministrazioni finanziarie locali. Buona parte degli interventi riguarda la lotta ai fenomeni di doppia imposizione, l’analisi delle criticità nell’applicazione dei metodi di valutazione, il funzionamento di strumenti quali gli Advance price agreement. Per quanto riguarda la documentazione, la vera novità è rappresentata dalla proposta di Codice di condotta, formulato dal Joint transfer pricing forum.
Questa nuova istituzione, costituita per studiare delle soluzioni ai fenomeni di doppia imposizione sorti in seguito a rettifiche dei prezzi di trasferimento, ha proposto tale documento nel novembre del 2005, la cui approvazione è arrivata con la risoluzione del Consiglio dell’Unione Europea n. 2006/C176/01 del 27 giugno 2006.
Questo Codice di condotta è basato sulle medesime considerazioni che ispirano le direttive OCSE, cioè fornire uno strumento utile, sia agli Stati sia ai contribuenti, per la preparazione di una documentazione “standardizzata e parzialmente centralizzata per i prezzi di trasferimento”. E’ giusto evidenziare che il documento elaborato dagli esperti dell’UE riflette quanto disposto dalle Guidelines OCSE e non potrebbe essere altrimenti, poiché buona parte degli Stati membri fa parte anche dell’altro organismo. Le considerazioni del capitolo V delle linee guida non vengono abbattute e sono complementari a questo contributo.
L’analisi affrontata dal Joint transfer pricing forum tiene in considerazione le criticità che, in un certo senso, erano state sottovalutate nei rapporti dell’OCSE: il gruppo multinazionale ha l’esigenza di strumenti che siano il più possibile coordinati nei vari ordinamenti giuridici nei quali opera; è inoltre necessario che questi modelli tengano in considerazione la possibilità che, talvolta, gli scambi possono intercorrere anche con consociate che si trovano al di fuori della Comunità europea. In quest’ottica, il beneficio che si cerca di garantire al contribuente è di non poco conto, poiché l’allineamento degli ordinamenti giuridici e il conseguente bilanciamento dei criteri permette la predisposizione di un corredo documentale universalmente valido, diminuendo in modo sostanziale l’onerosità di tale analisi.
Anche le Amministrazioni finanziarie locali, dal canto loro, accolgono in modo positivo questo lavoro, poiché semplifica l’attività di verifica rendendo possibile l’elaborazione di un metodo di controllo grazie alla standardizzazione della documentazione presentata.
Il Codice di condotta indica una best practice per la documentazione del transfer pricing: la ratio alla base del documento è quella di individuare la documentazione ottimale che consenta all’Amministrazione finanziaria locale di mappare le transazioni intercompany, di stimare i rischi connessi al transfer pricing e di procedere con le successive verifiche.
Questi concetti portano all’individuazione di due tipi di documenti che le imprese dovrebbero predisporre:
- il Masterfile, quale set di documentazione che contiene le informazioni universalmente valide e rilevanti per tutte le società del gruppo. In esso si espone l’analisi dell’attività e delle strategie di business attuate dalla capogruppo, si mappano le transazioni con le consociate e si traggono le conclusioni sulla transfer pricing policy che regola queste operazioni;
- il Countryfile, quale set di documentazione riguardante un singolo paese, dovrebbe fornire informazioni in merito alle transazioni intercompany che vedono coinvolta l’impresa residente in tale Paese, esponendo i termini contrattuali e i metodi di determinazione dei prezzi di trasferimento adottati.

Il Masterfile e il Countryfile devono essere predisposti nel momento in cui la transazione è compiuta, ma l’adempimento dovrà essere presentato solo in caso di verifica fiscale o in seguito ad una specifica richiesta da parte dell’Amministrazione finanziaria.
La Comunità Europea, nella risoluzione che approva il Codice di condotta, ha invitato gli Stati membri ad adottare nel più breve tempo possibile le soluzioni ivi descritte adeguando gli ordinamenti interni. Si tratta in ogni caso di un indirizzo politico, che non incide “sui diritti e obblighi degli Stati membri, né sulle rispettive sfere di competenza degli Stati e dell’Unione Europea”.
E’ necessario rilevare che il processo di armonizzazione della tassazione a livello comunitario percorre due vie differenti. Per quanto riguarda la tassazione indiretta, la strada seguita è quella degli articoli 95 e 99 del Trattato dell’Unione Europea, mentre il medesimo procedimento, per la tassazione diretta, non è regolato da tale documento. La Commissione può solo ricollegarsi agli articoli 100 e 235 del Trattato per disporre in tal senso, ma non ha mandato per promulgare leggi comunitarie per armonizzare questi tributi. Ne consegue che, per regolare il transfer pricing, il legislatore comunitario non possa andare oltre a delle iniziative di “soft-law”, proponendo soluzioni pragmatiche a problemi di carattere applicativo.
Negli ultimi anni, un gran numero di Paesi dell’UE hanno scelto di regolamentare la documentazione sul transfer pricing adottando il Codice di Condotta, mediante la promulgazione di regolamenti interni.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Oneri documentali del transfer pricing

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Informazioni tesi

  Autore: Paolo Serafin
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi Ca' Foscari di Venezia
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia Aziendale
  Relatore: Antonio Viotto
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 141

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