L' Università in questione. L'istituzione, le pratiche, i soggetti

A questo punto è necessario parlare di autonomia, una parola molto lontana dall'Università, anche se la riforma del Ministro Ruberti ha portato modifiche consistenti e di un certo rilievo, si è ancora lontani dall'autonomia universitaria e cioè realizzare un rapporto tra Università e Stato di autonomia.

Ci vuole quindi uno Stato guida con una politica abbastanza flessibile, con delle università regolamentate dai singoli atenei. In questo modo si può dare maggiore spazio all'autonomia universitaria. Inoltre la qualità deve essere rilevante in ogni campo, dalla didattica alla ricerca, e deve essere ben bilanciata alla quantità, soprattutto per quanto riguarda il numero degli studenti di ogni ateneo.

Il fattore quantità riveste maggiore peso, proprio per gli studenti, perché ci sono sempre molti iscritti e gli atenei non sono sempre adatti ad ospitare grandi numeri di studenti e quindi ha delle ripercussioni anche sulla didattica, ecco perché bisognerebbe scremare studenti fannulloni da quelli modello (ne parleremo nel terzo capitolo).

Inoltre la quantità gioca un ruolo importante anche sul numero di laureati che riesce a produrre. In Italia è un tasso bassissimo, uno dei più deprimenti e uno dei fattori ne è proprio la quantità. Per colpa di quantità esagerate si hanno qualità inferiori rispetto ad altri paesi. Quindi qualità e quantità dovrebbero andare di pari passo. Purtroppo i problemi aumentano perché non sono risolti sin dal primo momento.