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Il colore tra psicologia e arte. La comunicazione cromoestetica

Il dipinto: un'incontro di menti. La comunicazione artista-fruitore

I soggetti coinvolti nella comunicazione cromo estetica sono l'artista e il fruitore. Il circuito comunicativo che li lega non necessità né della loro prossimità fisica né della loro reciproca conoscenza. Possono essere due estranei. La rappresentazione schematica più indicata di questo particolare circuito comunicativo è sicuramente quella elaborata dallo psicologo britannico N. Freeman (1995 ).

Secondo lui la comunicazione artistica e nello specifico quella pittorica coinvolge quattro elementi, tutti necessari perché si compia il rito estetico: l'artista, il fruitore, l'opera e il mondo referente.

Senza artista non c'è opera d'arte: questo qualifica come espressività solo il prodotto dell'attività umana. Un sasso che suggerisce una qualche forma, eroso e levigato da agenti atmosferici, non è un'opera d'arte.

Infatti ci incuriosisce nella misura in cui sembra che l'abbia fatto qualcuno. Ciò vale a dire che imbattendoci nell'oggetto di realtà, una delle nostre prime preoccupazione è stabilire se ci sia qualcuno dietro quella produzione o meno, per innescare o no la comunicazione cromo estetica.
Quindi ricerchiamo immediatamente quegli elementi che ci suggeriscono un altro soggetto dall'altra parte del filo .
Questo può essere riferito alla primitiva funzione del disegno e delle raffigurazioni pittoriche, quello di lasciare una traccia. Pensiamo ai disegni primitivi nelle caverne, che avevano sicuramente anche la funzione tra le altre di segnalare il passaggio, di dire: “qui c'è stato un Uomo”. E' questa funzione di riconoscimento quindi ad avviare il processo. Stabilire preliminarmente se attivare la comunicazione cromo estetica o meno.
Ma senza fruitore, non si spiega l'esigenza di lasciare tracce. Un uomo solo nello spazio, senza speranze di salvezza, se produce una qualsiasi forma espressiva, lo fa esclusivamente nella speranza che qualcuno la trovi. Quindi ritorniamo alla funzione primitiva del substrato oggettivo come traccia. Anche l'artista cerca qualcuno dall'altra parte del filo.
Inoltre il fruitore è anche il filtro soggettivo che media alla cultura l'opera d'arte, come nel mio modello. Senza opera d'arte, non sussiste il substrato oggettivo, quindi la comunicazione cromo estetica viene interrotta.

Senza Mondo, non esiste il campo di mediazione tra messaggio universale e rivisitazione soggettiva, ma neppure il codice che abbiamo definito culturale che decodifichi i significati alla luce delle esigenze contingenti e geografiche. Per dare ragione di questa fase comunicativa, ho attinto al pensiero di autori diversi e spesso antitetici orientamenti: alcuni studi hanno il fenomeno psicologico come governato dalle direttive della cognizione, altri privilegiano l'aspetto dinamico, altri ancora ritengono vi sia una relazione gerarchica tra i diversi centri propulsori dell'intenzione del comportamento. E sotto diverse etichette abbiamo così annoverato cognitivisti, dinamici, medici, biologi. La mia ipotesi, come ho spiegato nel primo capitolo, è fondata sulla convinzione che l'approccio ottimale sia quello integrato, che raccoglie le diverse fotografie provenienti dai diversi studi per farle divenire un'unica immagine, ma anche che spesso diamo solo nomi diversi alle stesse cose.

La storia richiama la biologia, la fisiologia richiama la psicologia e la sociologia e così via … Le scienze hanno iniziato a girare intorno al tavolo della montagna così forte che non riesco più a fermarle. Un concetto ne richiama un altro e un altro ancora. La mia resistenza classificatoria, i miei tentativi tassonomici, non possono più nulla. Mi sento disorientata. Quando, da questo frullato di osservazioni, questo vortice di prospettive, questa centrifuga conoscitiva, dal rapido movimento, si impone improvvisamente come per magia alla mia mente un'immagine statica, che le contiene tutte perfettamente, in una misterica combinazione di infiniti significati: una tela con qualche pennellata di colore. E' l'oggetto ricomposto nella sua globale unità.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Il colore tra psicologia e arte. La comunicazione cromoestetica

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Informazioni tesi

  Autore: Paola Medaglia
  Tipo: Diploma di Laurea
  Anno: 2011-12
  Università: E-campus Novedrate (Co)
  Facoltà: Psicologia
  Corso: Psicologia
  Relatore: Simona Ruggi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 76

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