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La paleografia greco-latina: materiali per uno studio sulla koine grafica greco-latina, dal I secolo a.C. all'VIII d.C. (dalle Chartae Latinae Antiquiores)

La formazione di una koinè grafica in determinate aree geografiche


Per “Multigrafismo assoluto”, (definizione di Armando Petrucci), si intende una situazione grafica che deriva dalla coesistenza, nel medesimo ambito territoriale e sociale, di sistemi di scrittura diversi, che a lungo andare ha determinato influssi reciproci tra scrittura greca e scrittura latina, o l’influsso dell’una sull’altra.
Le tre aree geografiche in cui, attorno al IV sec., si verifica questo fenomeno in modo particolare, sono: Ercolano, l’Egitto bizantino, l’Italia gota.
Per quanto riguarda Ercolano, la Villa dei papiri ha restituito alla luce rotoli greci e latini che mostrano un’educazione grafica degli scribi completamente diversa tra loro (siamo nell’ambito della scrittura libraria): per quanto concerne il tipo di calamo impiegato, i copisti greci ne usano uno a punta dura e sottile, quelli latini uno a punta larga e flessa, che conferisce alla scrittura un peso particolarmente accentuato. Analizzando invece l’angolo di scrittura, possiamo supporre un gesto imperniato sul polso, teso, col calamo in verticale per i greci; imperniato invece sul gomito e disteso, col calamo obliquo, per i latini. La disposizione delle colonne infine le prevede strette e con le righe allineate per i greci, larghe e con le righe distese per i latini.
Vediamo ora degli esempi librari ercolanesi in cui la scrittura greca è influenzata da quella latina: P. Herc.1423, P. Herc.362, P. Herc.380: il modello scrittorio è sempre quello greco ma la scrittura è eseguita con uno strumento a punta flessibile; le lettere ricalcano i caratteri tipologici della capitale latina. Sono mani greche che hanno recepito l’influenza della scrittura latina.
Riguardo all’Egitto bizantino, questo era da sempre una provincia ellenizzata dell’impero e aveva da sempre goduto di una certa libertà come provincia privilegiata (16). Dal IV sec. però l’Egitto perse questa sua posizione di vantaggio e la lingua giudiziaria divenne il latino; siccome però la maggior parte della popolazione conosceva il greco, le due lingue si alternavano spesso nello stesso documento, essendo possibile lasciare in greco almeno le testimonianze. Ciò determina l’uso della scrittura greca e latina da parte delle stesse mani, portando alla formazione di una scrittura greco- latina, ovvero di una koinè grafica greco- romana.
Si tratta di mani che hanno ricevuto un insegnamento nella scrittura greca o in quella latina, e che per ragioni di ufficio si trovano obbligate ad impiegare entrambe le scritture: la soluzione più economica appare dunque la riduzione di gruppi di lettere a forme e tratteggio uguali.
Infine, nell’Italia gota entrano in contatto l’onciale latina e la maiuscola biblica greca.
A Ravenna, dove era più diffusa la presenza di mani greche, l’onciale muta ad opera di mani che riprendono meccanismi propri della compresente maiuscola biblica greca, sia per il disegno, sia per lo strumento scrittorio, tenuto “in posizione di precisione”, alla greca, cioè col polso teso e in verticale. Anche se comunque il calamo adoperato è quello latino, a punta morbida e flessa. È così, per l’influenza della maiuscola biblica greca che si passa, nell’ambito della scrittura latina, dall’onciale “old style” a quella “new style”.
Dunque, possiamo concludere che gli scriventi praticano l’una o l’altra scrittura e talora il modello dell’una può imporsi sull’altra, ma senza modificarla nella forma e nel tratteggio, come avviene ad Ercolano o nell’Italia gota, a differenza invece di quanto accade in Egitto, dove gli scriventi praticano l’una e l’altra scrittura, l’atto dello scrivere diviene unico e segni diversi tendono a unificarsi e a coincidere.

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La paleografia greco-latina: materiali per uno studio sulla koine grafica greco-latina, dal I secolo a.C. all'VIII d.C. (dalle Chartae Latinae Antiquiores)

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Informazioni tesi

  Autore: Luisa Sangiorgio
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi di Bari
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Scienze dei beni culturali
  Relatore: Francesco Magistrale
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 202

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