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La questione femminile nella clinica contemporanea e nel pensiero psicoanalitico

Capitalizzazione del corpo e degradazione ipermoderna della vita amorosa

La scienza ha oggi un'influenza significativa su molti aspetti della quotidianità, compresi gli interventi sul corpo, sulla sua immagine esteriore ma anche il suo funzionamento interno. Quello che appare evidente è una tendenza universalizzante, una sorta di globalizzazione, oltre che dei consumi anche degli strumenti con cui ci occupiamo del nostro corpo. Gli strumenti che la scienza in continua evoluzione mette a disposizione sono a beneficio di uno specifico utilizzo del corpo. Possederlo significa fare qualcosa con esso, in particolare farne un uso di godimento. Diversi sono i modi con cui il corpo si presta ai suoi usi: si mostra, si compra e si vende, si offre, si accetta o si rifiuta. Il corpo diviene dunque strumento del capitale sociale e perciò viene trattato co
me si fa con le macchine della produzione: diete, estetica, ginnastica, chirurgia, cure di benessere, tutte pratiche non più solo riferite al narcisismo, ma volte a mantenere efficiente e produttiva la macchina-corpo.
Si può dire che la società odierna promuova la cultura dell'avere, del godimento fallico basato sull'accumulo di beni, a discapito dell'essere, su cui si basa la mancanza dalla quale sola può nascere il desiderio e quindi l'amore. È l'amore dunque a essere sacrificato dalla logica capitalistica. I legami si basano sempre più sul calcolo ponderato tra il dare e il ricevere. Non ci deve essere un resto, l'offerta deve essere bilanciata alla domanda; come nell'economia monetaria conta il guadagno e si stabiliscono regole su perdite e profitti. Ma l'economia e il calcolo razionale in amore sono una contraddizione in termini, se amare è "dare quel che non si ha". Capitalizzazione del corpo e degradazione della vita amorosa vanno dunque di pari passo.
Si può notare anche un altro fenomeno contemporaneo, quello dell'omologazione sessuale, dell'unisex. La differenza sessuale viene coperta in nome di un'uguaglianza uomo/donna perfettamente in linea col discorso del mercato, che ci vuole tutti attivi lavoratori e potenziali consumatori. Da qui deriva anche il rifiuto della maternità e dell'essere femminile.
Tutti questi fenomeni hanno provocato una netta trasformazione della condizione storica della donna. Il suo godimento era un tempo confinato alla casa e alla cura di marito e figli: essere madre e moglie era il suo ruolo sociale. Poi il mercato del lavoro l'ha emancipata, rendendola più simile all'uomo e i movimenti femministi di rivendicazione di uguaglianza hanno ulteriormente accentuato la graduale sparizione della differenza in favore di una democraticizzazione omologante, secondo cui la donna deve poter avere accesso alle stesse possibilità offerte all'uomo. A tutt'oggi ritengo che formalmente questo risultato sia stato raggiunto e non vi siano più, o quasi, settori che privilegiano il genere maschile. Tuttavia siamo ben lontani da un'uguaglianza vera e propria di diritti.
L'impatto soggettivo di questi mutamenti di civiltà è evidente. Il godimento fallico, che non ha solo a che fare con la relazione sessuale, ma entra in gioco in tutti i rapporti con la realtà, è protagonista indiscusso e viene oggi capitalizzato come una merce. Il suo regime è quello dell'unisex, nel senso che esso è offerto a uomini e donne indiscriminatamente. La competizione per il successo, la carriera, tutti segni dell'accumulo fallico, sono diffusi anche tra le donne che un tempo ne erano escluse, relegate entro le mura domestiche. La sessuazione femminile sta dunque perdendo la sua particolarità, quella di accedere più facilmente a un godimento altro da quello fallico, man mano che va omologandosi alla logica fallica di un godimento circoscritto.

Questo brano è tratto dalla tesi:

La questione femminile nella clinica contemporanea e nel pensiero psicoanalitico

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Informazioni tesi

  Autore: Emanuela D'Alessandro
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi di Pavia
  Facoltà: Psicologia
  Corso: Psicologia
  Relatore: Domenico Cosenza
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 136

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