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Alice nel '900

Uno strano vittoriano

Charles Lutwidge Dodgson nacque il 27 gennaio 1832 a Darisbury nel Cheshire e morì il 14 gennaio1898 per le complicazioni di un raffreddore. La sua vita, che abbraccia l’ intera età vittoriana (1837 -1901), fu segnata da pochissimi avvenimenti di rilievo, a parte un viaggio in Russia come accompagnatore dell’amico Liddon.

Charles rivelò presto una disposizione per gli studi matematici, per la logica e per un genere di comicità surreale. Era molto timido, con una leggera balbuzie e da ciò che allora poteva essere considerato un handicap: il mancinismo. Intraprese la carriera dell’insegnamento, al Christ Church College di Oxford, che gli interessava più di quella ecclesiastica, intrapresa per tradizione familiare, dato che suo padre era diacono della chiesa locale. Amava molto intrattenere le bambine con lunghe storie e fotografarle con la primitiva arte del dagherrotipo con cui era abilissimo. Dopo la sua morte Lewis Carroll è diventato uno degli autori più noti e amati del mondo.

La critica novecentesca ne ha fatto una sorta di portavoce della modernità. A dispetto delle sue ossessioni per regole e divieti, Carroll aveva bisogno di sovvertire la norma e recuperare la libertà di pensiero, ciò lo mette in sintonia con la rivolta dei modernisti contro i vincoli e le convenzioni estetico letterarie del tardo ‘800. Scrittori importanti del primo ‘900 lo vedevano come un precursore; James Joyce vi si ispirò per il suo racconto più rivoluzionario Finnegans Wake. André Bréton in Antologie de l’Humeur Noir aveva considerato il Nonsense di Carroll un’anticipazione dell’ideologia e della pratica estetica dei surrealisti.

La sua preferenza per la figura della bambina sconvolse i termini della rappresentazione dell’infanzia letteraria perché, più che vederla come soggetto da educare la inserì in un mondo alla rovescia. Il pensiero critico del ‘900 ha scoperto nell’intreccio tra la creatività dell’infanzia ed il rigore scientifico dell’ opera di Carroll, un’ affinità con gli interrogativi che hanno dominato la ricerca filosofica e letteraria del secolo; le figure dell’universo carrolliano ripropongono questioni come il rapporto infanzia/maturità ed il conseguente tema della frammentazione del soggetto (l’io diviso).

Il periodo in cui Carroll operò aveva conosciuto varie formulazioni drammatiche del tema del doppio: Jeckyll e Hyde di Stevenson, Dorian Gray di Wilde; esempi famosi di un fenomeno che aveva investito la letteratura vittoriana. Anche se Carroll non rappresenta pienamente la figura del doppio vittoriano, la psicoanalisi offrì i primi strumenti per snodare la relazione che unisce o separa Carroll e Dodgson, che a molti sembrano esprimere aspetti antinomici della stessa persona che sperimentava in Dodgson la forza del superio e in Carroll la pulsione dell’inconscio. William Empson considera l’alternanza Dodgson/Carroll una soluzione del transfert autore/bambina, ovvero il bisogno di Dodgson di recuperare nelle vesti di Carroll, identificato con Alice, la libertà dell’infanzia.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Alice nel '900

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Informazioni tesi

  Autore: Elisa Petraccaro
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2008-09
  Università: Università degli Studi di Cassino
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Lingue e letterature straniere
  Relatore: Maria Valentini
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 57

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Parole chiave

critica
alice nel paese delle meraviglie
nonsense
wonderland
luis carroll

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