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''Più italiana o più straniera? Mi definirei italiana color cioccolato''. Una ricerca sulla costruzione dell'identità negli immigrati di seconda generazione

Un profilo degli immigrati stranieri in Italia: aree di provenienza e ripartizione territoriale

"Da paese storico di emigrazione il nostro paese ha assunto negli ultimi decenni la veste di paese di accoglienza, capace di attrarre, accogliere e ospitare in pochi anni un numero sempre in crescita di stranieri" (Gozzoli & Regalia, 2005, p .30). Nel fenomeno migratorio extracomunitario in Italia, si possono individuare ondate successive che hanno portato con sé individui e soggetti diversi (Favaro, 2000). La prima ondata, iniziata nei primi anni Settanta e conclusasi dieci anni dopo, ha visto l'arrivo di immigrati provenienti sopratutto dall'Egitto, dai Paesi del Corno d'Africa (Eritrea, Etiopia, Somalia) da Capoverde, dal Salvador. Si trattava di soggetti impegnati prevalentemente nella ristorazione e nel lavoro domestico (Favaro, 2000). In un secondo momento vi è stato un considerevole arrivo degli immigrati provenienti dai Paesi asiatici, in particolare, filippini e cinesi e un rilevante aumento degli immigrati in genere. Il terzo periodo, per merito dei provvedimenti di sanatoria, sono emerse altre presenze e, in particolare, gli stranieri provenienti dai Paesi del Maghreb (soprattutto Marocco e Tunisia), dal Senegal, dal Ghana, dalla Nigeria dal Pakistan, da Sri Lanka. Simultaneamente avveniva un massiccio consolidamento delle presenze apparse nel secondo periodo (filippine e cinesi) e l'arrivo di immigrati e di profughi provenienti soprattutto dall'Europa orientale (Favaro, 2000).

In seguito ai dati che annualmente sono forniti dalla Caritas Italiana e dalla Fondazione "Migrantes", con il supporto della Caritas Diocesana di Roma, pubblicati dal Dossier Statistico Immigrazione del 2002 (cit. in Portera, 2004, p. 71), nel conteggio del ministero dell'Interno, in gli immigrati titolari di permesso di soggiorno sono risultati 1363000, compresi 148000 cittadini dell'Unione Europea. Per quanto concerne gli insediamenti nelle regioni italiane, nel corso del 2001, il settentrione con il 57% degli stranieri soggiornanti si è mostrato il maggior polo di attrazione per coloro che intendevano inserirsi nel mercato del lavoro. La Lombardia, da sola accoglieva quasi un quarto degli immigrati, seguivano il Piemonte, L'Emilia Romagna e il Veneto (Portera, 2004). Al centro la presenza degli immigrati restava al di sotto del 30%. Al sud e nelle isole viveva solo il 14%dei cittadini immigrati. Portera (2004) evidenzia, come area preminente di provenienza degli stranieri l'Europa dell'Est (con Albania, Romania e altri paesi Balcanici in testa). Come in tabella 1, i dati del 2002 confermano che i cittadini provenienti dal Marocco, con 158000 unità continuavano a rappresentare il numero di stranieri più elevato. La distribuzione per nazionalità risultava essere: Albania 144.000, Romania 75000, Filippine 64000, Cina 57000.

Seguiva un gruppo di 14 paesi con valori tra le 46000 e le 20000 unità: Tunisia, Usa, Jugoslavia, Germania, Senegal, Sri Lanka, Polonia, Perù, India, Egitto, Francia, Macedonia, Regno Unito, Bangladesh. Quindi con valori tra le 18000 e le 15000 unità vengono Brasile , Spagna, Pakistan, Ghana, Nigeria, Svizzera (Portera, 2004). Tra il gennaio 2007 e il gennaio 2008 il nostro Paese ha assistito all'incremento più elevato mai registrato nel corso della propria storia di immigrazione (Zurru, 2009). Gli stranieri residenti al 1 gennaio 2008 sono infatti 3432651; rispetto al 1 gennaio 2007 sono aumentati di 493729 unità (+16,8). Le responsabilità più ampie di questa impennata sono da riferirsi al processo di ampliamento dell'unione Europea e, in particolare, al notevole aumento degli immigrati di cittadinanza rumena, cresciuti nell'ultimo anno di 283078 unità (+ 82,7) (Zurru, 2009). Bisogna inoltre considerare l'apporto delle seconde generazioni. Ormai rappresentano il 13,3% del totale dei residenti e sono una fetta di popolazione in continua e costante crescita: nel 2001 erano circa 160000 (Zurru 2009). Attualmente, in base ai dati Istat 2009, quasi la metà degli immigrati regolari proviene dall'Est Europeo. I flussi migratori dei Paesi Ue di nuova adesione sono in costante e incredibile aumento dal 2005 mentre, nel contempo, si deve registrare una diminuzione per le altre aree di provenienza (Zurru, 2009). Un altro elemento di novità è che la scelta di insediamento degli immigrati mostra per la prima volta una lieve redistribuzione a favore delle regioni meridionali, sicuramente a causa della presenza rumena che in queste regioni si è estesa più intensamente che altrove. Tuttavia ciò non modifica sostanzialmente la geografia del fenomeno: il 62, 5% degli immigrati risiede nelle regioni del Nord, il 25% in quelle del Centro e il restante 12, 5% in quelle del Mezzogiorno (Zurru, 2009). Infine, è da sottolineare la partecipazione delle donne con un ruolo da protagonista: al 1°gennaio 2008 su 3432651 cittadini stranieri residenti in Italia, 1701817 sono maschi e 1730834 femmine (quasi il 51% del totale). Si tratta di dinamiche importanti: l'incidenza percentuale degli immigrati residenti in Italia sulla popolazione complessiva, che all'inizio dell'anno 2007 era del 5, 0%, totalizza dopo un anno quota 5,8%. Abbiamo quindi raggiunto percentuali simili a quelle dei paesi europei di "vecchia immigrazione", come la Francia e il Regno Unito (Zurru, 2009).

Questo brano è tratto dalla tesi:

''Più italiana o più straniera? Mi definirei italiana color cioccolato''. Una ricerca sulla costruzione dell'identità negli immigrati di seconda generazione

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Informazioni tesi

  Autore: Francesca Colomo
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi di Cagliari
  Facoltà: Psicologia
  Corso: Scienze e tecniche psicologiche
  Relatore: Diego Lasio
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 82

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