La filiera dell’olio d’oliva in Italia e nel Veneto: il caso studio del Frantoio Bonamini

In un ambiente globale particolarmente caratterizzato da un accentuato livello di competitività, l’eccellenza della materia prima di cui si dispone nonché una forte spinta all’innovazione, di cui precedentemente detto, talvolta possono essere caratteri non sufficienti a creare un significativo legame con il territorio. Per questo, il Frantorio Bonamini, data la sua strutturale conformazione, è sempre più attento a mantenere stretti contatti con i propri produttori-conferitori, cercando sempre più di trattenere con essi relazioni solide e costruttive. Un aspetto che è rimasto integro nel tempo, infatti, è proprio il rapporto di fiducia che il frantoio ha saputo mantenere con i propri 150 conferitori produttori, i quali, come all’inizio degli anni Novanta, hanno creduto e tuttora credono nelle strategie di valorizzazione del territorio sostenute dal frantoio.

Da notare, oggi, come nella compagine societaria siano entrate anche le seconde generazioni, a testimonianza di un difficile percorso di trasmissione dell’esperienza. Al fine di dimostrare quanto sia elevata l’attenzione posta nei confronti dei propri produttori-conferitori con il preciso scopo di mantenere un livello qualitativo eccellente, si ritiene che l’incidenza dell’acquisto di olive per quanto riguarda l’olio non certificato raggiunga circa il 40% rispetto al prezzo di vendita ed oltre il 50% per l’olio certificato DOP, pari a 75/80 euro al quintale.

Tuttavia, nel caso dell’Olio Veneto DOP, tali valori hanno subito un trend decrescente rispetto agli inizi degli anni Duemila quando veniva riconosciuto anche un valore di 100/120 euro al quintale; infatti, successivamente ci si accorse che il prodotto non era commercialmente collocabile visto un prezzo di vendita che avrebbe raggiunto livelli eccessivi, e per questo, gradualmente il valore riconosciuto è andato abbassandosi, per poi, successivamente stabilizzarsi. L’attenzione che viene riposta nei confronti dei propri produttori è solo uno dei molteplici aspetti che il frantoio cerca di cogliere in prima persona, dal momento in cui, assumendo sempre più le vesti di soggetto strategico di filiera, si comporta come autentico fattore di integrazione del mercato.

Un elemento cruciale nella definizione di tale aspetto è legato in particolar modo alla necessità di razionalizzare i mercati (rispettivamente quelli alla produzione, intermedi e finali), con l’obiettivo specifico di trattenere il più possibile il valore aggiunto agendo sul margine di trasformazione del prodotto grezzo. Il frantoio, in quanto tale, assume contestualmente il controllo delle diverse fasi, a partire dalla gestione dell’approvvigionamento della materia prima, la diretta trasformazione della materia in prodotto, a cui spesso fa seguito l’attività di imbottigliamento e di commercializzazione diretta.