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Esperienze futuriste tra Parma e Piacenza

La rivoluzione futurista di Parma

L’intraprendenza di personaggi come Riccardo Talamazzi e Renzo Provinciali, di cui si parlerà diffusamente più avanti, fu determinante per la stagione avanguardista parmense. Il Circolo Giovanile Futurista si fece promotore di innumerevoli conferenze in città e fondò, come detto, il settimanale «L’Incendiario» col proposito di divulgare i principi marinettiani.
Le serate futuriste messe in scena in quel periodo nei teatri italiani erano decisamente turbolente, sovente sfociavano in risse e baraonde e spesso e volentieri venivano interrotte dall’intervento delle forze dell’ordine: una testimonianza di questo clima effervescente si ritrova, ad esempio, in una vignetta di Umberto Boccioni del 1911 che ben rappresenta l’irrequietezza degli adepti del movimento e l’invito avanzato da Marinetti ad «introdurre il pugno nella lotta artistica».
Questa esaltazione della violenza verbale e fisica portò necessariamente allo stravolgimento del concetto di conferenza e ad un cambiamento radicale del pubblico tipico degli incontri culturali, determinando una temperie da cui scaturirono opere come Rissa in galleria, dipinta da Boccioni nel 1910, che sembra fotografare perfettamente gli umori e le tensioni della prima stagione futurista. A questo proposito scrive giustamente Alberto Manzoli:

Non sarà più il pubblico elegante, il pubblico borghese delle serate di gala al Regio, contro cui si drizzeranno gli strali di Marinetti: l’estetica della macchina e della velocità sarà rivolta a un target più vasto, più eterogeneo, in cui l’elemento popolare, per non dire proletario, fa irruzione nei teatri, dà l’assalto alla cultura tradizionale e, al fianco dei futuristi, si azzuffa con i borghesi, con gli intellettuali e con i letterati passatisti.

E’ proprio per questo elemento anarchico e popolare presente alla base della dottrina futurista che Marinetti suscitò le simpatie e l’appoggio di alcuni gruppi sindacali e dei giovani anarchici parmensi, che si diedero da fare per propagandare le sue idee. Si tratta di quegli stessi gruppi anarchici e di estrema sinistra che si distaccheranno da lui non appena si accorgeranno dell’impronta nazionalista che il movimento tenderà sempre più ad assumere. Ma questo avverrà solo dopo l’adesione di Marinetti alla guerra di Libia e al primo conflitto mondiale, decisioni in seguito alle quali, e lo si vedrà meglio più avanti, Renzo Provinciali sarà a Parma il primo a prendere le distanze, sul piano politico, dai vertici del movimento. Dunque in un primo momento le forze sovversive ed anarchiche cittadine abbracciarono favorevolmente l’onda d’urto antiborghese e rivoluzionaria innescata dal movimento futurista.
In questo turbolento clima culturale Riccardo Talamazzi e gli altri adepti del circolo riuscirono nell’impresa di organizzare la “Grande serata d’arte futurista”, sulla scia delle iniziative che stavano avendo luogo in varie città d’Italia per divulgare il movimento, iniziative che come si è visto erano spesso destinate a provocare incidenti. Inizialmente infatti la serata saltò a causa dei divieti imposti dall’autorità di Pubblica Sicurezza, preoccupata dall’eventualità che i disordini provocati nelle città vicine potessero verificarsi anche in quell’occasione. Questa decisione, che in nessuna delle altre città era stata presa, esasperò gli animi delle “giovani energie” e provocò l’intervento dello stato maggiore futurista. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

Esperienze futuriste tra Parma e Piacenza

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Informazioni tesi

  Autore: Marcello Ghiretti
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Parma
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Conservazione dei Beni Culturali
  Relatore: Doloris Gloria Bianchino
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 252

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