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La Costituzione del 3 maggio 1791. Evoluzione e rivoluzione in Polonia alla fine del XVIII secolo.

Il governo del Sejm nella favorevole situazione internazionale (1788-1791)

Nel 1788 la situazione internazionale visse profondi e repentini mutamenti. La Prussia deteneva ormai un ruolo centrale nella determinazione degli equilibri militari sul continente, e si può dire che proprio fra il 1788 ed il 1789 raggiunse l’apice del proprio prestigio internazionale: Federico II e poi Federico Guglielmo II riuscirono a formare una grande coalizione formata da Prussia, Gran Bretagna, Paesi Bassi, Svezia e Turchia. Se gli stati del nord gestivano il controllo navale del Mar Baltico e dei suoi commerci (olandesi e britannici erano in prima linea nella protezione delle tratte commerciali), la Turchia a sud poteva giocare un ruolo strategico di distrazione in caso di un eventuale conflitto con la Russia; conflitto che effettivamente scoppiò il 16 agosto 1789 ed al quale si unì l’Austria. Anche la Svezia intanto combatteva le truppe della zarina a settentrione. La delicata situazione internazionale, con i russi impegnati militarmente lontano dai confini polacchi, rappresentava un’occasione unica.
Il Sejm intanto era al lavoro dal 7 ottobre 1788, convocato in forma confederata per volere di Stackelberg sotto la presidenza di J. Małachowski (per la Corona) e K. N. Sapieha (per il Granducato) per discutere un aumento delle imposte ed un aumento degli effettivi dell’esercito, nonché per discutere un trattato di alleanza con la Russia. Il rappresentante prussiano protestò proponendo di rimando un trattato di alleanza con Berlino. Entrambe le proposte furono ritirate strategicamente, ma intanto il Sejm deliberò autonomamente (20 ottobre) l’aumento degli effettivi dell’esercito a 100.000 unità. Le proteste di San Pietroburgo verso Berlino, accusata di inattività di fronte all’illegalità dell’atto parlamentare polacco (la Polonia era vincolata dalle tre potenze alla neutralità) non trovarono appoggio ma anzi i prussiani risposero che la tutela sulla Polonia riguardava soltanto la sua integrità e non la sua legiferazione interna. Approfittando dello strappo diplomatico e della momentanea impossibilità di reazione russa, il Sejm smantellò in breve tempo le istituzioni esistenti ed il 19 gennaio 1789 assunse sine die pieni poteri, dopo aver abolito il Consiglio Permanente. Di tutte le istituzioni dell’era precedente sopravvisse soltanto la Commissione per l’Educazione Nazionale; furono invece abolite quella per gli Esteri, quella di Polizia, il dipartimento di Giustizia. L’inverosimile aumento degli effettivi a 100.000 uomini venne ridimensionato a 65.000 unità, anch’esse in realtà difficili da rendere operative viste le lacune storiche dell’esercito della Corona. Nel marzo 1789 venne votata una legge che prevedeva l’imposizione fiscale del 10 per cento sui redditi fondiari, e furono espropriate numerose proprietà del vescovado di Cracovia; per le altre proprietà ecclesiastiche fu prevista una tassazione sugli immobili del 20 per cento. Alla fine dello stesso mese fu stipulato il trattato d’alleanza con la Prussia, che contava sulla cavalleria polacca in previsione di un futuro conflitto continentale di larga scala; il passaggio dell’esercito russo in territorio polacco avrebbe costituito un casus foederis.
Di fatto, alla metà del 1789 la Polonia-Lituania poteva considerarsi nuovamente uno Stato pienamente sovrano. L’eliminazione della tutela russa aveva comportato una maggiore ingerenza di Berlino negli affari interni, ma l’operato dell’inviato prussiano Lucchesini fu caratterizzato dal rispetto nei confronti del Sejm e da buone capacità diplomatiche; sarebbe più corretto parlare di “influenza” che di vera e propria “ingerenza”. In un contesto internazionale favorevole ma fugace (gli osservatori erano coscienti dell’eccezionalità del momento storico) si decise di provvedere alla riforma dello Stato tramite la convocazione di una deputazione delegata alla stesura di un nuovo testo costituzionale. I principali animatori dei lavori furono il sovrano, Hugo Kołłątaj ed Ignacy Potocki: si formò così una sorta di coalizione costituente fra il re, i riformisti (“patrioti”) ed alcuni degli esponenti della giovane nobiltà. I lavori procedettero per quasi tre anni, su due binari paralleli: quello ufficiale, in seno alle discussioni assembleari, e quello non ufficiale, nel quale il sovrano ed intellettuali lui vicini svolsero un fondamentale lavoro di convincimento sui delegati. Il dibattito interno al Sejm Wielki (“il Grande Sejm”) fu anche e soprattutto un confronto fra due generazioni di delegati, con quelli più giovani particolarmente attivi ed entusiasti rispetto ai progetti del re.
Dopo numerose presentazioni di bozze e di progetti, nei quali si scontravano spesso diverse visioni istituzionali, si giunse alla votazione della bozza costituzionale definitiva il 3 Maggio 1791.

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La Costituzione del 3 maggio 1791. Evoluzione e rivoluzione in Polonia alla fine del XVIII secolo.

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Informazioni tesi

  Autore: Jacopo Bencini
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Firenze
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Studi Internazionali
  Relatore: Sandra Cavallucci
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 106

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