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Olivicoltura intensiva: confronto tra due cv deboli (FS-17, I77) e in combinazione di innesto con due cv autoctone (Ravece e Carpellese)

Olivicoltura: attrezzi per la raccolta meccanica

Nella seconda metà degli anni 60 fu avanzata l'idea di sviluppare la raccolta meccanica, così come già si praticava in altre piante da frutto (mandorlo, noce) e di conseguenza di adottare nuove forme di allevamento per contenere lo sviluppo in altezza della chioma delle piante. Sono state proposte diverse tipologie di macchine che possiamo distinguere in 4 categorie:
1. Agevolatori
2. Bacchiatori
3. Scuotitori
4. Scavallatrici

Gli agevolatori più impiegati sono rappresentati da pettini pneumatici, elettrici o a motore collegati rispettivamente ad un compressore posto sul trattore, ad una batteria o ad un piccolo motore a scoppio. Tra gli attrezzi agevolatori rientrano anche gli scuotitori portatili, costituiti da un asta oscillante che viene agganciata alle piccole branche. Questi attrezzi sono dotati di aste allungabili che evitano l'uso delle scale da parte degli operatori. Le drupe vengono raccolte mediante reti distese sotto la pianta; le reti vengono poi movimentate a mano con una produttività del lavoro di circa 100 kg di olive per ora per operatore (Tombesi, 2003).Gli agevolatori hanno avuto un'iniziale larga diffusione con il merito di introdurre la meccanizzazione nelle aziende; sono adatti a quasi tutte le tipologie di olivicoltura e consentono la raccolta dell'80-95% dei frutti in funzione dell'epoca di esecuzione e della forza di distacco (Guelfi e Tombesi, 2008).
Il cantiere di raccolta prevede, solitamente, 4 operatori: 2 all'utilizzo degli agevolatori; 2 alla movimentazione delle reti. Gli agevolatori incrementano la produttività del lavoro raddoppiando quella manuale, ma spesso affaticano l'operatore: in particolare i pettini, quando sono distanti dall'operatore, e i vibratori, se portati a spalla. Essi hanno qualche difficoltà di accesso nelle parti interne delle chiome, creano qualche escoriazione ai rametti nei punti di biforcazione e provocano il calpestamento delle olive (Tombesi et al, 2004).

Gli scuotitori sono macchine che determinano il distacco dei frutti per mezzo di una testata vibrante che applicata al tronco o alle branche principali delle piante, genera una vibrazione. La vibrazione applicata alla pianta provoca il distacco delle drupe dai peduncoli, che vengono intercettate da reti o da telai disposti sotto la chioma. Il cantiere di raccolta con il vibratore di tronco e movimentazione delle reti e recupero delle olive manuale, consente di raggiungere una produttività del lavoro fino ad 80-100 kg/h/operatore (Guelfi e Tombesi, 2008); il cantiere di raccolta manuale delle reti, infatti, rallenta l'operazione ed impiega un numero elevato di operatori (4 o 4+4) che vengono sottoposti a un impegno continuo che a lungo porta al loro affaticamento. Un primo miglioramento è stato conseguito con l'uso di intercettatori semimeccanizzati costituiti da un raccoglitore composto da un rimorchio con ai lati due rulli su cui sono avvolte reti di plastica. Queste vengono svolte manualmente e sono portate sotto la chioma di alberi adiacenti al carrello.
Dopo che gli scuotitori hanno determinato la caduta dei frutti, le reti, con i lembi sollevati da due operatori, vengono riavvolte e le olive cadono nel cassone del rimorchio.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Olivicoltura intensiva: confronto tra due cv deboli (FS-17, I77) e in combinazione di innesto con due cv autoctone (Ravece e Carpellese)

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Informazioni tesi

  Autore: Michele Loguercio
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Napoli - Federico II
  Corso: Scienze e Tecnologie Agrarie
  Relatore: Claudio  Di Vaio
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 73

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Parole chiave

fs17
i77
ravece
carpellese
olivicoltura intensiva
olivicoltura tradizionale
superintensiva

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