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Jus variandi bancario: evoluzione della normativa e problematiche esistenti

Le clausole vessatorie nei contratti con i consumatori

Un’altra importantissima e problematica novità normativa si ha con il recepimento della direttiva 93/13 avvenuto con l’art. 25 della legge n. 52/96, la quale introduce nel titolo II del libro IV del codice civile il capo XIV-bis; infatti, gli artt. 1469-bis ss. c.c, ora confluiti e riorganizzati nel Codice del Consumo (legge n.206/2005), stabiliscono una disciplina dedicata ai contratti conclusi con i consumatori, la quale va a sovrapporsi alla disciplina prevista dal TUB.

Innanzitutto, tale disciplina risulta applicabile ai soli contratti conclusi con i consumatori, e cioè ex art.3 Codice del Consumo alla “persona fisica che agisce per scopi estranei all’attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta” e questo sul presupposto che tale oggetto sia strutturalmente, e non solo occasionalmente, debole nei confronti della controparte; anche se ciò potrebbe apparire irragionevole nel momento in cui discrimina l’artigiano o il piccolo imprenditore, ritenendo tali soggetti capaci di contrattare alla pari con l’imprenditore forte.

In secondo luogo, il comma 1 dell’art 33 stabilisce che devono considerarsi vessatorie “le clausole che, malgrado la buona fede, determinano a carico del consumatore un significativo squilibrio dei diritti e degli obblighi derivanti dal contratto”, mentre il comma 2 prevede varie tipologie di clausole che si presumono vessatorie fino a prova contraria (c’è quindi una presunzione iuris tantum contro cui può essere fornita la prova contraria).

Tra queste assumono rilevanza per l’argomento in parola quelle previste dalle lettere m) e h), che presumono vessatorie le clausole che, da un lato, consentono al professionista di modificare unilateralmente le clausole del contratto, ovvero le caratteristiche del prodotto o del servizio da fornire, senza un giustificato motivo indicato nel contratto stesso e, dall’altro lato, consentono al professionista di recedere dai contratti a tempo indeterminato senza un ragionevole preavviso, tranne nel caso di giusta causa.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Jus variandi bancario: evoluzione della normativa e problematiche esistenti

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Informazioni tesi

  Autore: Gianluca Amenta
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2011-12
  Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Paolo Ferro-Luzzi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 140

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