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Lo sport: mezzo privilegiato nell'integrazione sociale del diversamente abile. Un'indagine esplorativa

Lo sport: un mezzo per l’integrazione del disabile

L’integrazione sociale è un elemento fondamentale, nonché il risultato, del corretto sviluppo dell’identità e dell’autostima; essa va promossa e realizzata sia all’interno delle relazioni primarie, che delle secondarie, per cui il livello di integrazione delle persone disabili può essere individuato anche attraverso la valutazione del grado di partecipazione attiva alla vita sociale. Particolarmente significativa risulta a tale proposito l’analisi della pratica di attività sportive a livello sia agonistico sia amatoriale, infatti lo sport può considerarsi un mezzo privilegiato d’integrazione: vediamo il perché.
Le attività sportive afferiscono alla macroarea delle attività ricreative, dunque sono attività libere nella loro iniziativa, non obbligate dall’esterno, caratterizzate dal senso di benessere e di piacere che contribuiscono a creare; inoltre esse sono spesso praticate nel tempo libero, che, in questo modo diventa un tempo significativo per la qualità della vita di chi vi prende parte.
Il disabile si trova, nel corso della sua esperienza, a far fronte a numerose difficoltà sia a livello dell’autonomia personale sia di quello della socio-affettività. Grazie all’attività sportiva si agisce sulle abilità individuali, favorendo lo sviluppo delle capacità innate e l’acquisizione di nuove e diverse abilità; attraverso lo sport la persona disabile può mettersi in gioco e sperimentarsi, imparare a controllare il proprio corpo, sviluppare il senso di autoconsapevolezza e la fiducia nelle proprie capacità, scoprire di avere abilità inaspettate e fare l’esperienza della self-efficacy: questi, tutti elementi che contribuiscono allo sviluppo dell’autostima e di una positiva percezione del sé.
Oltre all’autostima, la pratica sportiva contribuisce anche a formare e rafforzare il senso d’identità, infatti, abbiamo detto come l’identità sia fortemente correlata al come la persona percepisce sé stessa, per cui lo sport, migliorando lo schema corporeo, le capacità coordinative e la consapevolezza della propria corporeità «concorre in larga misura alla formazione del senso d’identità».
Dal punto di vista dei rapporti sociali, indubbiamente la fiducia in sé e una positiva identità personale giocano un ruolo importante, ma lo sport non contribuisce solo in questo. Lo sport, essendo caratterizzato da competizione e regole (cfr cap. 1), concorre anche a migliorare le capacità di interagire con gli altri. Qualcuno potrebbe obiettare che una situazione di competizione, in cui l’azione sia rigidamente scandita da un regolamento, potrebbe essere un elemento di esclusione per il disabile, in quanto le regole potrebbero essere intese come un ulteriore limite che andrebbe ad aggiungersi a quelli conseguenti la disabilità, e l’eventuale sconfitta sportiva potrebbe essere percepita come sconfitta personale spingendo il disabile a chiudersi maggiormente in sé : niente di più sbagliato.
Innanzitutto il soggetto che pratica sport è parte di un gruppo, una squadra, e questo, nella società odierna è simbolo di uno stile di vita totalmente “sociale”; in secondo luogo, l’attività sportiva permette alla persona di incanalare tutte le tensioni interne in manifestazioni motorie socialmente accettabili, e quindi riuscire ad inserirsi in gruppi da cui altrimenti sarebbe esculsa. E ancora, lo sportivo deve “mettere in gioco” sia le proprie componenti prestazionali, sia quelle di ordine relazionale, dovendosi rapportare agli altri giocatori secondo dei parametri tecnici ben definiti quali le regole e gli schemi del gioco: prepararsi alla gara e parteciparvi, diventa un rituale, caratterizzato da un particolare abbigliamento, dalle regole, dai tempi di allenamento e di gara, un rituale che rende lo sport «una forma di comportamento standardizzato che ha come scopo quello di affermare la solidarietà e la coesione del gruppo sociale, attraverso modalità regolamentate».
La regola dunque non è un elemento limitante la persona, ma un fattore indispensabile per meglio gestire le proprie energie e instaurare sane relazioni sociali. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

Lo sport: mezzo privilegiato nell'integrazione sociale del diversamente abile. Un'indagine esplorativa

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Informazioni tesi

  Autore: Rita Fusco
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2011-12
  Università: Università degli Studi di Salerno
  Facoltà: Scienze della Formazione
  Corso: Scienze della Valutazione Motorio-Sportiva e Tecniche di Analisi e Progettazione dello Sport per Disabili
  Relatore: Emiliana Mangone
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 95

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