La competizione cinese: modalità di ingresso e strategie di crescita per le PMI italiane nel paese del dragone. Alcune esperienze del Made in Italy

L'Italia è stato uno dei paesi occidentali che più ha perduto significative quote di mercato all'interno dell'export internazionale, soprattutto a causa della serrata concorrenza cinese. Le criticità legate alla Cina riguardano nello specifico il fenomeno della contraffazione dei marchi Made in Italy e l'influenza che l'irrefrenabile crescita del paese ha sulla domanda globale e sui prezzi delle materie prime. La dimensione delle imprese italiane è il principale ostacolo all'ingresso in un paese vasto e variegato come quello cinese a causa della difficoltà italiana nel lanciare marchi forti, nell'implementare un circolo internazionale dinamico ed efficace, nell'investire somme ingenti nella ricerca e sviluppo e nel detenere un forte potere contrattuale verso la grande distribuzione mondiale.

Per uscire dall'incubo stagnazione servirà necessariamente un riequilibrio del rapporto tra euro, dollaro e yuan cinese, ma soprattutto saranno richiesti miglioramenti in ambito burocratico attraverso lo snellimento delle procedure e maggiore flessibilità del mercato del lavoro. Inoltre le PMI dovranno considerare di investire maggiormente nel comparto Ricerca e Sviluppo e impegnare molte risorse finanziarie in pubblicità e azioni di marketing volte a creare una brand image riconosciuta ed apprezzata in tutto il mondo.

Prevedere come si evolverà la situazione in Cina non è semplice. Il paese si sviluppa rapidamente grazie soprattutto ai prodotti e agli stili di vita occidentali. Il consumatore cinese combina questi aspetti con la propria tradizione, complicando l'operato delle imprese straniere che riscontrano metodi di valutazione dei prodotti decisamente differenti rispetto agli standard dei paesi industrializzati.

Se Germania è sinonimo di efficienza e Italia di moda, quale capacità può essere accreditata al sistema-paese Cina?
La risposta a questa domanda dovrà attendere, ma è bene ricordare che Il Bel Paese parte da una posizione avvantaggiata, deve solo trovare la soluzione più adatta per sfruttare il prestigio guadagnato nel corso del tempo. Serviranno nuove dinamiche di crescita, mantenendo intatto il valore produttivo e di progettazione delle PMI, le quali sembrano oggi intrappolate nelle loro specifiche realtà. Alleanze e joint ventures sono una scelta quasi obbligata, poiché solo con l'ausilio di risorse esterne alla piccola e media impresa italiana si potranno creare sinergie che permetteranno di rapportarsi efficacemente con il Gigante Asiatico. La piccola realtà non deve farsi intimidire dalla potenza e dalle dimensioni di questo immenso mercato e deve concentrare le proprie energie per trovare la propria collocazione nei nuovi scenari che si stanno configurando.