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Abuso, maltrattamento e genitorialità a rischio: studio sul lavoro di rete a livello territoriale

Conseguenze psichiche della violenza

Un corpus di prove scientifiche ogni giorno più ampio dimostra con maggiore fondatezza che condividere la propria vita con un partner violento può avere un impatto profondo sulla salute della donna. La violenza è stata collegata a una quantità di problemi di salute, sia immediati sia a lungo termine. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) ha individuato, tra questi, dal punto di vista psichico, abuso di alcool e droga, Disturbi dell’Umore e Disturbi d’Ansia, Disturbi del Comportamento Alimentare e del Sonno, Comportamenti sessuali a rischio e tentativi di suicidio o autolesionisti. Alla base di tutti questi quadri clinici vi è l’esposizione prolungata della vittima a una situazione di Stress o comunque fortemente traumatica, che rompe l’equilibrio psicofisico della persona, generando una serie di risposte a catena sia sul piano somatico che su quello psicologico. Infatti, Hans Selye, nel 1936, in seguito all’esposizione di alcuni animali a vari tipi di agenti dannosi, descrisse una Sindrome caratterizzata da ipertrofia della corticale del surrene, ipotrofia del timo e degli organi linfatici e da ulcere emorragiche nello stomaco. Il concetto di stress si basa sull’osservazione che “l’organismo reagisce agli stimoli con una risposta globale e integrata che può portare a un indebolimento delle difese organiche se è troppo intensa o eccessivamente protratta nel tempo.” Selye distinse una prima fase di allarme, mediata dall’attivazione del cortisolo da parte del corticosurrene a sua volta controllato dall’asse Ipotalamo-Ipofisi e del Sistema Neurovegetativo, definendola una fase in cui lo stressor suscita nell’organismo un senso di allerta, detto anche arousal, con conseguente attivazione dei processi psicofisiologici di attacco e fuga. Quando lo stimolo che genera tale reazione non si estingue interviene una situazione di stress cronico, ovvero una persistenza di tali condizioni fisiologiche che conduce l’organismo nell’area di rischio psicosomatico, creando modificazioni stabili e a livello profondo anche nel Sistema Immunitario. La seconda fase è la fase di resistenza, durante la quale l’organismo tenta di adattarsi alla situazione, elaborando strategie di coping che consistono sostanzialmente nel progettare e pianificare le soluzioni più efficaci relative alla problematicità. Gli stili di coping, inoltre, sono caratteri stabili dell’individuo e afferiscono a quella sfera soggettiva composta dalle esperienze personali pregresse in cui sono radicate determinate modalità di fronteggiamento dello stress. Nel caso in cui tali strategie risultino inefficaci si verifica la fase di esaurimento, in cui l’organismo non riesce più a difendersi e la naturale capacità di adattamento viene a mancare. In questa fase avviene eventualmente l’esacerbazione di disturbi mentali quali Depressione, Disturbi del sonno e dell’alimentazione, Attacchi di Panico, Fobie e Disturbo Post-Traumatico da Stress. La Depressione, in questo caso reattiva a situazioni di abuso e maltrattamento prolungati, è caratterizzata da una generale deflessione del tono dell’umore, rallentamento ideativo e motorio, dolore morale, presentificazione, colpa o rimorso, autosvalutazione e sentimenti di inferiorità che possono portare in ultima analisi ad un tentativo suicidario. A questi sintomi si aggiungono spesso Insonnia intermedia o terminale e Disturbi dell’Alimentazione, come per esempio l’Anoressia. Inoltre, in alcuni soggetti depressi, sono state rilevate alterazioni ormonali che comprendono la secrezione elevata di glucocorticoidi, come il cortisolo, che metterebbero in relazione la Depressione con la Sindrome da Stress teorizzata da Selye. In ogni caso, la maggior parte delle conseguenze cliniche dovute a violenze e maltrattamenti riguarda i Disturbi d’Ansia, nella fattispecie Attacchi di Panico, Fobie Specifiche e Disturbo Post-Traumatico da Stress. Gli Attacchi di Panico possono essere correlati alla situazione specifica e quindi verificarsi subito dopo un’aggressione, oppure essere sensibili alla situazione stessa e quindi manifestarsi in qualunque momento, scatenati di solito anche solo dal pensiero di un’aggressione. [...]

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Abuso, maltrattamento e genitorialità a rischio: studio sul lavoro di rete a livello territoriale

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Informazioni tesi

  Autore: Federica Orsetti
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2011-12
  Università: Università degli Studi di Torino
  Facoltà: Medicina e Chirurgia
  Corso: Scienze psicologiche
  Relatore: Daniela  Caporale
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 313

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Parole chiave

abuso
maltrattamento
lavoro di rete
genitorialità a rischio
violenza sessuale
stupro
stalking
violenza fisica
centro di salute mentale

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