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La teoria dello stoccaggio nel mercato delle commodities: Un'analisi della ''Theory of Competitive Storage''

Simulazione: le serie sintetiche

Abbiamo trattato questo approccio nel capitolo precedente facendo riferimento al lavoro di Deaton e Laroque (1991). Si è osservato che le serie “sintetiche” generate dalle simulazioni, non sono in grado di replicare i livelli di autocorrelazione effettivamente presenti sui mercati delle commodities. Pur implementando parametrizzazioni differenti, gli autori concludono che, utilizzando esclusivamente questo approccio, si debba rifiutare l'ipotesi che le scorte siano l'unico fattore capace di legare fra loro i prezzi in periodi successivi. Cafiero et al. (2009), criticano le conclusioni maturate da Deaton e Laroque (1991) sia da un punto di vista metodologico che in riferimento alla parametrizzazione utilizzata.

In primo luogo essi non condividono metodologicamente la scelta di comparare direttamente le proprietà statistiche di un campione molto ampio, che di fatto approssima fedelmente la distribuzione teorica generata dal modello, con quelle riscontrabili in campioni molto più piccoli quali quelli disponibili per i mercati reali. Infatti, in questo caso, la mancata corrispondenza nelle proprietà potrebbe essere dovuta a fattori puramente casuali, piuttosto che all'incapacità della teoria di spiegare le dinamiche reali. Per questo motivo essi, replicando la procedura di Detaon e Laroque (1991), simulano una serie sintetica composta da 10000 osservazioni. Da essa ricavano campioni di grandezza corrispondente a quella delle serie reali, in modo tale che ciascun campione comprenda 88 osservazioni, il primo ha come prima osservazione quella in t=1 , il secondo partirà da t=2 e così via.

Per ciascun campione, viene calcolato il coefficiente di autocorrelazione in modo da poterne costruire la distribuzione di frequenza. Il valore mediano è pari a 0.45, mentre il decimo ed il novantesimo percentile sono rispettivamente 0.25 e 0.65. Guardando al valore di tale coefficiente riscontrato nei dati relativi a commodities reali, possiamo notare che tutte , ad eccezione dello zucchero, presentano valori superiori a 0.65. Questa analisi, sembra andare nella direzione di una conferma relativamente ai risultati mostrati da Deaton e Laroque (1991). Cafiero et al.(2009), ricercano allora in un'errata parametrizzazione le cause della mancata evidenza a sstegno del modello teorico.

Osservano che, ipotizzando una funzione di domanda maggiormente inelastica, che quindi genera una maggiore variabilità nei prezzi e di conseguenza una maggiore propensione all'accumulo di scorte, è possibile ottenere valori del coefficiente di autocorrelazione maggiormente coerenti con i dati empirici. In particolare mostriamo la distribuzione di frequenza del valore del coefficiente di autocorrelazione nel caso di simulazioni con una funzione di domanda più rigida rispetto alle parametrizzazioni proposte da Deaton e Laroque (1991).

Questo brano è tratto dalla tesi:

La teoria dello stoccaggio nel mercato delle commodities: Un'analisi della ''Theory of Competitive Storage''

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Informazioni tesi

  Autore: Fabio Mencarini
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Firenze
  Facoltà: Economia
  Corso: Scienze dell'economia
  Relatore: Giulio Cifarelli
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 182

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Parole chiave

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speculazione
materie prime
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commodity
serie storiche
stoccaggio
prezzi
autocorrelazione
benessere sociale
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