Impiego industriale dei panelli proteici derivanti da semi oleaginosi

Le fasi iniziali del processo produttivo sono preparative. La prima operazione prevede un lavaggio ed una setacciatura preliminare per eliminare qualsiasi contaminazione da terriccio e foglie. Una volta ottenuto il seme pulito si effettua una sgusciatura e/o una decorticazione e/o una depellicolazione, in base al tipo di seme che si sta considerando. L'arachide, per esempio, deve essere sgusciata e depellicolata.

Nel metodo tradizionale spesso i semi vengono trattati con vapore acqueo per ammorbidirli a facilitarne la lavorazione, quindi si esegue una macinazione e/o una laminazione. Per semi ad elevato contenuto lipidico si esegue una macinazione, in modo da ridurre il seme in frammenti, che devono comunque essere abbastanza spessi; 
infatti se i semi sono ridotti a farina, tendono poi ad impastarsi quando vengono sottoposti a pressatura per ottenere l'olio. La laminazione, invece, viene operata soprattutto sui semi a minor contenuto lipidico, che vengono ridotti in scaglie molto sottili per facilitare l'entrata del solvente e la successiva estrazione.

Cosi macinati i semi vengono riscaldati e portati ad un umidità prestabilita in speciali condizionatori ed inizia quindi il processo di spremitura effettuato con passaggi ripetuti in presse continue. Durante questa fase di spremitura continua la massa del seme è sottoposta ad alte pressioni raggiungendo temperature dell’ordine di 180-190°C che causano la denaturazione delle proteine; questo effetto provoca un impoverimento delle caratteristiche utili per l’impiego del panello. A termine di questo processo la quasi totalità dell’olio contenuto nei semi viene estratta (circa 88-94%).
L’olio cosi ottenuto, come tutti quelli derivati da semi oleosi, necessita un processo di rettifica che elimini le mucillagini e detriti del seme che causano colori troppo marcati oltre che odori e sapori sgradevoli.

Un'alternativa necessaria nel caso di semi con più basso contenuto lipidico, come nel caso del cotone, è quella dell’estrazione diretta con solvente perché la spremitura non sarebbe efficiente. È utilizzato un solvente apolare come l’esano che in seguito viene allontanato per distillazione; il limite di legge consente un contenuto in esano nell’olio di semi inferiore a 0.012ppm.