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Il Diritto del Lavoro della Repubblica Popolare Cinese alla luce del diritto internazionale

Il sistema di risoluzione delle controversie sul lavoro in Cina: la mediazione e l'arbitrato

In generale il sistema Cinese adotta un sistema di “un arbitrato, due processi” per la risoluzione formale delle controversie del lavoro. Quando ciò accade le parti in causa possono attivare tre diversi livelli: uno stragiudiziale, che è la mediazione, seguono l’arbitrato e il contenzioso. Rispettivamente le istituzioni relative ai tre stadi sono: il comitato di mediazione dell’impresa, la Commissione d' arbitrato sulle controversie del lavoro e infine la Corte del Popolo.

La mediazione è completamente su base volontaria ed è il primo tentativo di conciliazione, mentre l’arbitrato è il primo livello obbligatorio e necessario per poi procedere ad un contenzioso davanti alla corte del popolo dando luogo ad un giudizio con sentenza esecutiva. La legge che regola questo procedimento è la Legge sulla Mediazione e Arbitrato delle Controversie del Lavoro del 2007: essa fu approvata in maniera frettolosa e senza una consultazione pubblica esaustiva dopo che il potere legislativo si accorse delle lacune della precedente legislazione in materia (la Legge sul Lavoro del 1995 ed i Regolamenti per la Gestione delle Controversie del Lavoro nelle Imprese emanati dal Consiglio di Stato nel 1993).
Si ottennero quindi dei limitati progressi in tale materia anche se meno evidenti di quelli ottenuti dalla nuova Legge sul Contratto di Lavoro.

La mediazione è un azione extragiudiziale che si basa sulla volontà delle parti, essa è vincolante per tutto il successivo procedimento dato che prima di procedere all’arbitrato ed al contenzioso è obbligatorio mediare in maniera indipendente all’interno dell’impresa attraverso la relativa commissione d’impresa, così come per legge. La volontarietà è contraddistinta dall’accordo di tutte le parti e può essere interrotta in qualsiasi momento per volontà anche di una sola delle parti che voglia affidarsi al successivo arbitrato. Il risultato della mediazione non è vincolante, inoltre entrambe le parti possono comunque azionare l’arbitrato.

L’azione dell’arbitrato, al contrario della mediazione, deve dar seguito ad un esito giudiziario se si vuole proseguire con il contenzioso davanti alla Corte del Popolo e una volta intrapreso non può essere interrotto da una o tutte le parti. Le commissioni di arbitrato sono istituite dai rispettivi governi locali (Contee, municipalità, distretti municipali) i quali devono istituirle per legge.
Le varie commissioni sono autonome tra di loro e non hanno rapporti gerarchici, sono cioè paritarie, indipendentemente dall’ente che le ha istituite. Esse hanno una struttura organizzativa tripartita, sono composte cioè da rappresentanti delle amministrazioni del lavoro, delle sigle sindacali a livello locale e dei datori di lavoro, il presidente è un responsabile delle amministrazioni locali, le quali lo nominano.

Solitamente le controversie più semplici vengono seguite da un solo membro della commissione, quelle ordinarie da tre membri e quelle che coinvolgono più di 30 parti vengono seguite da più rappresentanti per struttura tripartita. Gli arbitri vengono scelti fra professionisti delle amministrazioni, ufficiali delle sigle sindacali, professori di diritto del lavoro ed avvocati con esperienza nel campo giuslavorista.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Il Diritto del Lavoro della Repubblica Popolare Cinese alla luce del diritto internazionale

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Informazioni tesi

  Autore: Edoardo Moretti
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2011-12
  Università: Università degli Studi di Perugia
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Relazioni internazionali
  Relatore: Stefano Giubboni
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 158

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