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Il rischio di frode nelle realtà bancarie: presidi di controllo interno ed approccio di revisione

I Fattori di rischio relativi alle frodi

Al fine di prevenire o individuare atti fraudolenti occorre necessariamente comprendere il processo, in gran parte psicologico, che porta un soggetto a perpetrarli. La conoscenza di questi fattori di rischio permettono una migliore valutazione della probabilità che un’azienda sia danneggiata da atti fraudolenti e sono decisivi nell’attività di prevenzione.

La Direzione può essere indotta a realizzare una falsa informativa economi-co-finanziaria in molti casi. Ad esempio se essa è sottoposta a pressioni, interne o e-sterne all’impresa, per conseguire un obiettivo di redditività atteso (e forse non realistico), soprattutto se le conseguenze derivanti dal suo mancato raggiungimento possono essere significative in termini di incentivi ai top manager. Il convincimento di poter falsificare l’informativa economico-finanziaria o di appropriarsi indebitamente di beni e attività dell’impresa può crescere se un soggetto ritiene che il controllo interno possa essere forzato, per esempio, grazie alla fiducia che colleghi (specie se gerarchicamente superiori) ripongono in lui oppure se egli è a conoscenza di specifiche debolezze del controllo interno grazie all’esperienza maturata in azienda.

Secondo degli studi condotti dal criminologo Donald Cressey negli anni Quaranta del secolo scorso in ogni atto fraudolento c’è il concorso congiunto e simultaneo di tre elementi:
a) una pressione subita;
b) un’opportunità percepita;
c) una o più modalità per la razionalizzazione del comportamento atta a rendere soggettivamente accettabile il medesimo.

Questa tripartizione viene fatta propria anche dal principio di revisione inter-nazionale n. 240e dai principi di revisione USA. Cressey definisce i frodatori semplicemente come “trasgressori di fiducia” e concludendo i suoi studi enuncia la sua ipotesi finale che egli riassume così: “Le perso-ne di fiducia diventano trasgressori di fiducia quando percepiscono se stessi come soggetti in balia di un problema finanziario che non è condivisibile, sono consapevoli che questo problema potrebbe essere segretamente risolto violando la posizione di fiducia finanziaria e sono in grado di razionalizzare la propria condotta al fine di mantenere, di se stessi, l’opinione di persone comunque di fiducia”. Secondo gli intervistati del già citato sondaggio del network internazionale PricewaterhouseCoopers l’incidenza dell’aumento del rischio di frode nell’attuale contesto economico-finanziario è dovuta in gran parte all’aumento degli incentivi o pressioni (68%) mentre in minima all’aumento delle opportunità (18%) o della razionalizzazione (14%).

Questo brano è tratto dalla tesi:

Il rischio di frode nelle realtà bancarie: presidi di controllo interno ed approccio di revisione

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Informazioni tesi

  Autore: Vito De Laurentis
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2011-12
  Università: Università degli Studi di Bari
  Facoltà: Economia
  Corso: Scienze economico-aziendali
  Relatore: Corrado Aprico
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 119

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