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Analisi dell'immigrazione messicana negli Stati Uniti: Nafta, Militarizzazione del confine e impiego della manodopera ''illegale''.

I risultati della militarizzazione del confine col Messico

Gli Stati Uniti, come già detto in precedenza, hanno assunto, soprattutto dalla fine degli anni ’80, un approccio sempre più militare nel tentare di fermare l’immigrazione dal Messico; questo metodo ha portato ad un’ evoluzione delle “difese” del confine, caratterizzata dalla costruzione di barriere rinforzate ed invalicabili, da una sorveglianza portata avanti anche grazie all’ausilio di elicotteri, e da un miglioramento eccezionale, dal punto di vista tecnologico, dell’equipaggiamento degli agenti della polizia di confine. A questo si aggiunge anche un aumento notevole nel numero di poliziotti impiegati sul border, l’uso di illuminazione ad alta intensità sia fissa che portatile, l’utilizzo di radar a infrarossi che individuano una persona tramite il calore emanato dal corpo, un sistema di videocamere coadiuvato da sensori di movimento nascosti nel terreno e la costruzione di nuove strade per agevolare l’opera della polizia di confine. In pratica il confine è stato completamente militarizzato.

Tutto ciò è stato possibile solo grazie ad un incremento notevole del budget del Border Patrol,soprattutto nel confine sud-occidentale: di fatto nel 1971 il governo federale aveva speso, in questo settore, meno di 70 milioni di dollari, mentre nel 1997 si era arrivati alla considerevole cifra di 1,7 miliardi di dollari, e nel 1999 a 4,2 miliardi di dollari.
“Per dare un’idea di quanti soldi siano 4,2 miliardi di dollari, basta direche è l’ammontare destinato al Dipartimento del Commercio del Governo Federale nel 1998, e che è solo poco meno del totale di soldi utilizzati per il Dipartimento degli Affari Esteri del Governo Federale nel 2000 (4,8 miliardi di dollari)!” (Jonathan W. Moses, "International Migration")

Dal 2001 l’INS ha cambiato nome in DHS (Department of Homeland Security) e, analizzando i dati dell’OFFICE OF MANAGEMENT AND BUDGET dal sito della Casa Bianca, emergono ulteriori informazioni sul neo dipartimento di sicurezza: dal 2001 al 2008 sono stati assunti 11.000 nuovi agenti e si è passati quindi da 9.000 a 20.000 unità, sono state costruite 100 nuove miglia di confine protetto e corazzato e il budget del Border Patrol (a livello federale), che nel 2007 ammontava a 6,332 miliardi di dollari, è stato stimato a 7,875 nel 2008 e 9,494 nel 2009.
A tutto ciò va aggiunto che molte delle opere di enforcement portate avanti dagli USA, sono state giustificate come scelte obbligate non solo per fermare l’immigrazione illegale, ma anche per combattere il traffico di droga proveniente dal Messico: in tutti e due i casi si è scelto di colpire l’ “offerta” (di lavoro o di sostanze stupefacenti) proveniente dal vicino stato latino americano, piuttosto che cercare di combattere la “domanda” all’interno degli Stati Uniti, ossia la richiesta di droga da un lato, e di manodopera a basso costo dall’altro. In questo capitolo non ci concentreremo ,ovviamente, sui risultati ottenuti contro le organizzazioni malavitose messicane impegnate nella diffusione e spaccio di droga, ma cercheremo di avere un’idea del reale progresso da parte dell’amministrazione statunitense nel fermare l’immigrazione “illegale” messicana.

Innanzitutto voglio specificare il tipo di dati che verranno utilizzati per affrontare quest’argomento: prima di tutto mi servirò delle varie informazioni statistiche elaborate dal DHS; si tratta di tutti i dati istituzionali relativi al controllo dei confini, al numero di migranti illegali arrestati, al numero di processi attuati contro di essi ecc… Questi dati sono reperibili tramite il sito ufficiale del Department of Homeland Security: http://www.dhs.gov . Va specificato che prima l’INS e poi il DHS, hanno rappresentato la maggior fonte di informazioni sulle questioni inerenti l’immigrazione messicana, e ciò ha contribuito molto ad influenzare l’opinione pubblica statunitense; nel 1988 Jorge A. Bustamante lamentava che “non ci sono dati disponibili per dimostrare che gli ufficiali dell’INS hanno informazioni accurate sul numero di immigrati senza documenti negli Stati Uniti. In ogni caso vi è un’unica fonte di informazioni: le statistiche dell’INS sugli arresti immigrati illegali”.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Analisi dell'immigrazione messicana negli Stati Uniti: Nafta, Militarizzazione del confine e impiego della manodopera ''illegale''.

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Informazioni tesi

  Autore: Marco De Stefano
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2007-08
  Università: Università degli Studi di Bologna
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Scienze per la cooperazione allo sviluppo
  Relatore: Sandro Mezzadra
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 163

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