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I Longobardi: tra storia medievale e contemporanea vicenda UNESCO

L’avvenire del sito seriale UNESCO "I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)"

Entrare nella Lista del Patrimonio Mondiale è sicuramente un onore per il luogo e per il Paese in cui ci si trova, ma di certo è anche un onere: le comunità locali devono «rimboccarsi le maniche» per garantire, come chiede l’UNESCO (citazione del paragrafo IV.A delle Linee Guida), la preservazione nel futuro e la migliore valorizzazione dei beni iscritti.

Il sito seriale longobardo parrebbe trovarsi a suo agio in questa situazione: gode di un Piano di Gestione pienamente a regime, di un ente gestore collaudato, del rinnovato appoggio del Ministero competente… eppure siamo sicuri che non gli manchi niente e che tutto «fili liscio come l’olio»?

In realtà, guardando dietro la cortina delle apparenze, un sistema così vasto e complesso non può che presentare alcune falle.

Le diversità geo-politiche tra le località della rete rappresentarono sin dal principio un problema, sanato, con il passare del tempo, dall’intensificarsi dei rapporti e scambi reciproci. L’unione di intenti, ristabilita dal patrimonio longobardo e dalla consapevolezza del suo eccezionale valore, ha permesso agli interessati di conseguire un successo dopo l’altro.

Si tratta adesso di colmare alcune distanze residue, tutt’al più ideologiche, allo scopo di "fare sistema". Questo è il principale obiettivo che sta perseguendo l’Associazione Italia Langobardorum, che dai Comuni si è nel frattempo estesa agli organi del MiBAC, alla Fondazione CAB-Istituto di cultura "Giovanni Folonari" e al FAI-Fondo per l’Ambiente Italiano.

Scindendo l’operato tra il consiglio di amministrazione (cda) e l’assemblea dei soci, l’Associazione sta escogitando le modalità per sensibilizzare il proprio organico, tenendo presente che mancano all’appello la stragrande maggioranza degli enti firmatari del PdG di Roma 2008. Che fine hanno fatto costoro? Ognuno, attenendosi alla relative competenze, sta agendo pressoché in autonomia: eppure è passato il tempo degli indugi, il marchio UNESCO è una realtà di fatto! L’opera di convincimento richiederà altro tempo, intanto sorgono gli "uffici UNESCO" su ciascun luogo della rete, con i Comuni in testa, allo scopo di potenziare il coordinamento delle attività previste nel PdG.

Questa reticenza va tuttavia commisurata al periodo storico che stiamo vivendo: la crisi economica che dal 2008 ha colpito il mondo intero non aiuta certo i buoni propositi, neppure quelli congeniati dall’organizzazione internazionale.

L’Italia, all’interno dell’eurozona, prevede di pareggiare i conti di bilancio nel 2013, attendendo gli effetti della “manovra salva Italia” del 2011 (d.l. n. 201 del 6 dicembre). Considerate le difficoltà, il 2011 si chiudeva comunque in positivo per la serie longobarda, che il 12 novembre si aggiudicava (a Firenze) il premio ECO and the City "Giovanni Spadolini". Con l’inizio del nuovo anno, il 2012, l’Associazione Italia Langobardorum auspica il benestare del MiBAC sulla richiesta di finanziamento formulata con il bando a valere sui siti UNESCO 2011, che permetterebbe di incamerare la considerevole somma di 250.000,00 € da destinare a progetti specifici di valorizzazione.

Questo brano è tratto dalla tesi:

I Longobardi: tra storia medievale e contemporanea vicenda UNESCO

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Informazioni tesi

  Autore: Maurizio Biscuola
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi dell'Insubria
  Facoltà: Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali
  Corso: Scienze dei beni culturali
  Relatore: Paola Anna Marina De Marchi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 94

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