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Gli strumenti finanziari nel bilancio bancario: principali tipologie e trattamento contabile

I riflessi dell’introduzione del criterio del fair value sul bilancio bancario

L’introduzione dei principi contabili IAS/IFRS ha comportato importanti implicazioni per il settore bancario, in quanto ha esteso alle banche l’applicazione del criterio di valutazione del fair value per gli strumenti finanziari, costituenti presenza permeante nell’economia degli intermediari.

Il momento dell’emanazione del Regolamento attuativo è stato preceduto da un intenso dibattito in dottrina, relativamente all’impatto che tale criterio avrebbe avuto sulla stabilità finanziaria dei paesi europei; più volte infatti sono stati espressi dubbi sull’omologazione dello IAS 39 e dello IAS 32. Al fine di comprendere le recenti preoccupazioni e la portata di tale novità è necessario analizzare il passaggio da un sistema contabile orientato al costo ad un sistema improntato a valori di mercato, valori in teoria equi e trasparenti, facendo riferimento, ovviamente, ai riflessi contabili che questi provocano nel bilancio di una banca.

Il precedente modello contabile si basava sulla cosiddetta “contabilizzazione a costi storici” (historical cost accounting) secondo cui le singole voci di bilancio erano, in linea di massima, iscritte in base al minore valore tra il costo al momento dell’acquisizione e il prezzo corrente di mercato. Coerentemente con tale impostazione, venivano imputate al Conto Economico le minusvalenze non realizzate, allorquando risultasse che il valore di mercato fosse inferiore al valore di costo, mentre le plusvalenze non realizzate non erano rilevanti per la contabilità, generando quella situazione nota come “asimmetria valutativa”.

Per gli strumenti finanziari derivati, in particolare, si riscontrava, nel preesistente modello contabile, una rappresentazione del tutto inadeguata dal momento che essi non erano rilevati in bilancio, ma figuravano soltanto nei conti d’ordine, che accolgono i sistemi dei rischi e degli impegni. Infatti, sebbene essi abbiano un valore nullo o pressoché trascurabile al momento della negoziazione, successivamente il loro valore economico varia sostanzialmente: la conseguenza era che l’impatto sull’esposizione finanziaria e sul profilo di rischio di un intermediario non erano ben rappresentati nel bilancio bancario.

Fra le motivazioni della sentita necessità dell’applicazione di regole diverse rientrano lo sviluppo dei mercati finanziari, la forte crescita degli strumenti derivati e l’accresciuto coinvolgimento delle banche nella negoziazione di strumenti finanziari, ma anche la crescente domanda, fra gli investitori, di trasparenza: tutto ciò era contrastante con il previgente sistema contabile che, come abbiamo detto, non permetteva di riflettere le condizioni attuali dell’economia sulle posizioni finanziarie delle banche.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Gli strumenti finanziari nel bilancio bancario: principali tipologie e trattamento contabile

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Informazioni tesi

  Autore: Gabriella Di Spazio
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2009-10
  Università: Seconda Università degli Studi di Napoli
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia aziendale
  Relatore: Riccardo Macchioni
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 126

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