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Geologia e Archeologia a Como

Inquadramento storico-archeologico

Diversi reperti testimoniano la presenza di una civiltà insediata nell’area del Triangolo Lariano già a partire dal Neolitico (3500 a.C. circa) e dalla successiva Età del Bronzo (1700 a.C. circa). In particolare, in quest’ultima le abitazioni erano costituite da palafitte, successivamente abbandonate per ragioni ancora incerte (condizioni climatiche avverse o ricerca di nuove terre più redditizie). In ogni caso i primi "Comaschi" comparvero intorno al 1000 a.C. (prima Età del Ferro), raccolti in piccoli villaggi disseminati sulla dorsale meridionale della convalle comasca, dove si estende il Parco della Spina Verde.

Dal punto di vista etnico, si è portati a pensare che fossero Liguri. Dopo di loro vennero gli Etruschi che, nel V secolo a.C., favorirono la nascita di Comum Oppidum, un grande e ricchissimo centro sito all’incirca dove oggi è Prestino, che lascia intravedere, nella regolarità dell’impianto, embrionali strutture protourbane. Intanto, ai margini, nasceva la famosa necropoli della Ca’ Morta. Si trattò, in un certo senso, della prima fondazione di Como. Inoltre furono proprio gli Etruschi a suscitare la prima scintilla dell’arte e della intraprendenza mercantile. Alla fine del V-inizio del IV sec. a.C., nell’Italia settentrionale calarono i Celti, fra i quali vi erano gli Insubri. Questi ultimi fondarono Milano ed estesero la loro egemonia su tutta la Transpadana occidentale. Si imposero su Como, portando l’oppidum a una veloce decadenza. Gli Insubri costrinsero poi i Comensi a prendere le armi contro Roma, che si era spinta al Nord per far cessare le aggressioni cui erano soggette le colonie latine di Cremona e Piacenza. Nel 196 a.C., proprio alle porte di Comum Oppidum, i Romani si scontrarono con la coalizione Insubro-Comense, la quale ebbe la peggio. La vittoria delle legioni romane permise in tal modo la conquista della Como antica. Tra i Romani e i Comenses si stabilì un patto e questi ultimi poterono continuare a occupare i loro territori, mantenendo le proprie tradizioni e la propria cultura, come dimostrano gli oggetti che compongono i corredi funerari di questo periodo (II-I sec. a.C.). Inoltre agli inizi del I sec. a.C. Roma concesse ai Comenses la cittadinanza latina e intervenne a ricostruire la città di Como, dopo che era stata distrutta da un’incursione dei Reti nell’89 a.C. Nel 59 a.C. Giulio Cesare potenziò l’intervento romano con la fondazione di una città fortificata da possenti mura, che ancora si conservano in buona parte nel sottosuolo della Como attuale. Cesare fece arrivare 5.000 coloni, provenienti da ogni parte d’Italia. Fra loro vi erano anche 500 Greci di Sicilia designati col nome di Neocometi, da cui derivò il nome assegnato alla città di Novum Comum. Inoltre si deve ai Greci-siculi l’inaugurazione della navigazione sul Lario (da Luraschi, 1997).

Nel 49 a.C. Cesare innalzò Como al ruolo di municipio romano, in modo che i suoi abitanti ricevessero da quel momento l’ambita cittadinanza romana, grazie alla quale potevano godere dei diritti politici e civili. L’attuale città di Como conserva ancora un evidente ricordo della sua fondazione romana nel regolare tracciato stradale basato sull’incrocio perpendicolare delle vie. Per fare ciò, i Romani dovettero deviare i tre torrenti (Cosia, Valduce e Fiume Aperto), che sfociavano nel bel mezzo della convalle, rendendola impraticabile, e bonificare la piana paludosa. In particolare, durante l’Olocene, il Torrente Cosia divagò nell’intera conca, depositando i sedimenti erosi a monte; solo in epoca romana fu regimato e costretto a scorrere a ovest della città murata, così come scorre ancora oggi.

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Geologia e Archeologia a Como

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Informazioni tesi

  Autore: Samanta Riva
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2005-06
  Università: Università degli Studi dell'Insubria
  Facoltà: Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali
  Corso: Valutazione e Controllo Ambientale
  Relatore: Alessandro Maria Michetti
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 90

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