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Crisi dell'uomo a una dimensione: Prospettive educative per l'uomo che verrà

Educare oggi

Si può pensare che il profilo tracciato dell’uomo tipografico sia molto ma molto negativo. Referente solo a se stesso, autocentrato e con l’unico obiettivo dell’autoaffermazione, l’uomo si ritrova molto spesso solo, in stati di ansia e infelicità. Chiuso nel suo egocentrismo sembra passare tutta la vita a cercare di accumulare strumenti per la diversità. Cerca in tutti i modi di conquistarsi una posizione di potere, per dar sfogo al bisogno di autoaffermazione che sembra essere insito in lui. Inoltre lo contraddistinguono l’ipocrisia e la competizione che permeano ogni contesto quotidiano e lo portano a cercare di far trasparire un’immagine di sé molto al di sopra di quella pratica. L’aspetto più negativo sembra essere proprio il rapporto con l’altro, considerato dal soggetto come un competitore o al massimo come mezzo per raggiungere uno scopo (complice). Ma una società di soggetti sembra finire con l’implodere e, soprattutto, destinata alla distruzione dello stesso ambiente da cui comunque dovrebbe trovare risorse.
Oggi, sembra che ci stiamo avviando verso una società sempre più modificata da un nuovo cambiamento comunicativo che, come abbiamo visto nel capitolo precedente, sta mettendo in crisi il soggetto e la soggettività. La soggettività è in declino e di conseguenza anche i modelli educativi tipici della sua organizzazione sembrano entrare in crisi. Dobbiamo prendere atto dell’obsolescenza dei metodi educativi del passato, sempre più inadatti a dei ragazzi “nati digitali”. Per quanto riguarda la socializzazione nella società contemporanea, nel momento in cui, tramite la disciplina, si organizza la crescita del bambino secondo i canoni della soggettività. Potrebbe venir introdotto in lui un fattore di crisi. Per esempio egli potrebbe non aver voglia di stare cinque ore a scuola, quattro ore a studiare etc. proprio perché quel tipo di studio oggi è entrato in competizione con i nuovi mezzi elettronici che come strumenti di socializzazione sono molto più rapidi ed entrano, a loro volta, in competizione con la struttura di obbligo che è alle radici dello schema disciplinare. Film, telefilm e programmi trasmessi dal medium televisivo mostrano, nella migliore delle ipotesi, una serie di sfaccettature e i retroscena della vita: tali programmi anche qualora fossero vicini alla vita stessa vengono, tuttavia, ridimensionati da quella abitudine del “taglio dei tempi”, caratteristica delle trasmissioni in tempo reale, che fa comunque vivere spettatori sprovveduti e/o indifesi in una iper-realtà che li lascia nelle mani degli autori dei programmi. Probabile che il bambino venga attratto maggiormente dai nuovi media e meno alla scuola in generale.
Gli ultimi decenni hanno rovesciato le basi materiali di tutte le persone portatori di funzioni educative: le minacce ecologiche, l’insicurezza nel mondo economico, la precarietà dei percorsi lavorativi, la confusione dei riferimenti culturali, la perdita di contatto con le proprie “radici”, la crescente volgarità e scadimento etico del sistema delle comunicazioni, l'iper-consumismo, hanno lasciato soli i genitori e la scuola alle prese con quella che sembra essere la “missione impossibile” di educare.
Educare oggi è un compito arduo con il bambino che rispetto al passato ha molto più potere sul genitore. Come mai? Nelle culture orali il bambino era considerato un piccolo uomo che doveva ancora imparare e la cui morte pur dolorosa poteva non essere considerata una tragedia. La morte di un anziano, invece, era una tragedia, con lui moriva un pezzo di storia della comunità, esso era considerato il portatore di conoscenze, di tradizione e di cultura. Un cambiamento epocale rispetto l’epoca attuale nella quale viene spesso visto come una persona superata che ha ormai vissuto la sua vita e la cui morte è considerata dolorosa ma normalissima.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Crisi dell'uomo a una dimensione: Prospettive educative per l'uomo che verrà

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Informazioni tesi

  Autore: Emilio Carlini
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2011-12
  Università: Università degli Studi Gabriele D'Annunzio di Chieti e Pescara
  Facoltà: Sociologia
  Corso: Sociologia
  Relatore: Leonardo Benvenuti
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 90

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