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''Underground'' di Emir Kusturica: comunicazione e manipolazione

Underground in Italia e Francia

Sabato 27 maggio, alla vigilia della consegna della Palma d'Oro, appare una articolo di !rene Bignardi su la Repubblica. La giornalista riporta gli umori degli ultimi momenti , e cioè che lo scontro per la Palma sarà inevitabilmente tra i due kolossal balcanici, Underground e Lo sguardo di Ulisse (di Theo Angelopolus), e poi fa una considerazione che profetizza quello che sarà il dibattito che si scatenerà di lì a poco:

"…il ribollente, rumoroso, fluviale Underground - che porta anche il sottotitolo C'era una volta un paese… - è il film di un musulmano di Sarajevo che si rifiuta però al gioco dei nazionalismi e delle etnie e che ci vuole dire con ogni fotogramma come la realtà del suo paese sia troppo complessa perché chiunque, e tantomeno dall'esterno, possa decifrarla, che scrive una sua versione allegorica e soggettiva della storia fatta apposta, si direbbe, per non piacere ai suoi compatrioti e per infastidire il resto del mondo".

!rene Bignardi sottolinea poi la vitalità di Underground, descritto come un "magma bollente della commedia nera". Il 29 maggio, a premiazione avvenuta, Maurizio Porro scrive un articolo intitolato "Cannes , il cuore a Sarajevo", su il Corriere della Sera. Riporta queste parole di Kusturica:
"La Jugoslavia è un paese che ufficialmente non esiste più, ma io lo arno più di ogni altra cosa al mondo . Mi sentirò sempre jugoslavo."

E poi , un po' di righe più sotto, ci rivela quella che chiama la "prefazione semi-mistica" del regista: "La gente pensa di nascere una volta sola, invece nasce più volte. La terra dove io ho visto la luce per la prima volta è una terra eretica, di protesta, di amore frenato e di odio, depositati sulle montagne. Sono nato in un luogo di speranza, di riso, dove la gioia è la più forte del mondo"; riporta anche la domanda 'retoricamente gentile' che pone alla platea: "C'è un paese al mondo che può comprendere meglio della Francia i "fiori selvaggi" che spuntano in Bosnia? Credo proprio di no ." Per Porro dunque l'amore per la Jugoslavia che non è più e l'amore per la Bosnia possono convivere, perché è chiaro che Kusturica non parla della Jugoslavia che vorrebbe Milosevjc, parla della sua nostalgia per quello che forse non è mai esistito: (come suggerisce il sottotitolo del film: C'era una volta un paese) nostalgia di un paese-fantasma, nostalgia che prova Ivan, quando verso la fine del film riattraversa i tunnel e scopre (glielo dice un casco blu) che la Jugoslavia non esiste più. In questi due articoli comunque ancora non ci sono avvisaglie delle successive accuse di essere propaganda serba . Due articoli di Silvestri commentano sugli stessi toni , su Il manifesto, il secondo è datato 30 maggio. Lo stesso giorno su la Repubblica appare un articolo di Zlatcko Didzarevié, intitolato "La Palma a Kusturica non aiuta i bosniaci". In realtà nel suo articolo parlava di tutto (interviste di Kusturica pro-Milosevié, dei suoi ex-amici che non ne vogliono più sapere di lui… ) meno che del film.

Questo brano è tratto dalla tesi:

''Underground'' di Emir Kusturica: comunicazione e manipolazione

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Informazioni tesi

  Autore: Sara Brollo
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2004-05
  Università: Università degli Studi di Bologna
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: DAMS - Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo
  Relatore: Francesco Pitassio
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 179

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