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Abbigliamento e identità sociale

Società e moda nel tempo. Alcune considerazioni sugli studi sociali di moda

Compiendo uno studio sui costumi adottati dall’uomo nelle varie epoche, si può rimanere affascinati e chiedersi il motivo delle variazioni che questi hanno subito col passare del tempo. Questi cambiamenti periodici sembrano strettamente connessi alle evoluzioni della società umana ed esserne il suo riflesso. René Konig compie delle osservazioni su questa connessione e divide in quattro stadi la storia dell’umanità, entro i quali ritroviamo simili ritmi e modalità di cambiamento.

Nel primo inserisce le culture primitive e le civiltà più antiche, nelle quali i cambiamenti di fogge subivano delle variazioni lentissime, in queste inoltre il fenomeno interessava esclusivamente le classi superiori, escludendo quindi la maggior parte della popolazione. Il secondo lo colloca nel medioevo, durante la feudalità europea. Come avveniva precedentemente, sono sempre le classi superiori ad essere protagoniste del fenomeno moda. Queste classi, però, sono divenute più complesse e fortemente gerarchizzate: si ha l’aristocrazia da un lato, al suo fianco l’apparato ecclesiastico e infine la borghesia patrizia, priva di titolo nobiliare, ma abbastanza prospera economicamente per poter iniziare a competere con l’aristocrazia nel tentativo di eccellere in prestigio.

L’abbigliamento, essendo allora un bene di lusso, era uno dei primi indici di ricchezza, in una situazione in cui i gruppi sociali che detengono potere economico sono molteplici rappresenta uno dei principali simboli di status su cui competere. La competizione nello sfoggio del vestiario provocava così un’accelerazione del suo cambiamento e lo sviluppo del mercato. Il terzo stadio è rappresentato dal collegamento tra l’antico regime e il mondo contemporaneo. Significativo in questo caso è il cambiamento dell’abbigliamento maschile, che sembra apparentemente distaccarsi dal fenomeno, optando per una divisa che diventa l’emblema dell’uomo borghese: sobria, seria, lontana da ogni frivolezza vistosa. Diversificandosi nettamente dall’abito della nobiltà, come a segnare la distanza che correva tra lo stile di vita di questa e della nuova classe in ascesa, dedita invece al lavoro, all’impresa, all’accumulazione di capitali, piuttosto che all’ozio e allo sperpero della prima.

Tuttavia questa rinuncia è piuttosto apparente, l’uomo moderno sa che il vero prestigio dell’abito sta nel dettaglio, nella fattura ma, soprattutto, è la moglie colei che viene incaricata di sostenere tutto lo sfoggio su di se. Sebbene le possibilità economiche permettessero tutto ciò sempre e solo alle classi superiori, una parte della classe media iniziava ad esserne coinvolta. Le classi proletarie rimanevano comunque completamente escluse, salvo la possibilità di riciclare talvolta gli abiti ormai fuori moda delle classi superiori. Con la netta distinzione tra le varie classi, la diffusione delle mode si complica ulteriormente: solo chi sta ai vertici della piramide sociale ha la possibilità di accedere alle novità, mentre scendendo verso il basso si vede invece progressivamente aumentare il ritardo, e al fondo di questa, addirittura, questa diffusione non arriva, arrestandosi prima.

König sottolinea poi che queste differenze, queste barriere di classe, non riguardano solo l’abbigliamento ma anche altri beni e servizi come le ferrovie, gli alberghi e il teatro, tutti provvisti di prima, seconda e terza classe. Inoltre il fenomeno riguardava principalmente le città, escludendo le campagne. La quarta e ultima fase è quella contemporanea, il suo inizio è posto intorno alla Prima Guerra Mondiale, e stavolta il suo esordio vede protagoniste le donne, con i primi radicali mutamenti sociali in direzione dell’emancipazione femminile. La società si evolve ulteriormente, si assiste ad un accrescimento della classe media e al tramonto del cittadino borghese ottocentesco. In questa fase di apparente livellamento sociale, prima di meno, poi sempre di più, si vede l’abbigliamento passare dall’essere un bene di lusso all’essere alla portata di tutti. Si vede spostare l’accento dal ceto sociale di appartenenza all’età che si possiede o che si vorrebbe dimostrare.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Abbigliamento e identità sociale

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Informazioni tesi

  Autore: Claudia Firinu
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2011-12
  Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
  Facoltà: Interfacoltà Lettere Economia
  Corso: Scienze della Moda e del Costume
  Relatore: Alessandro Saggioro
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 52

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