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L'attività grafo-rappresentativa, quale modalità d' espressione del vissuto dell'amicizia

I conflitti tra coetanei

Un rapporto di amicizia è sicuramente caratterizzato da momenti lieti, bei ricordi, condivisione e collaborazione; ma non è detto che sia sempre così, infatti, le diadi costituite da amici non sono esenti da conflitti, dispute o discussioni che tra l’altro sono funzionali all’amicizia stessa sia nella fase di formazione sia in quella di mantenimento della relazione.
Inoltre i conflitti tra bambini possono rappresentare veri e propri momenti di crescita personale, per cui risulterebbe poco appropriato gestire “dall’altro” le relazioni tra coetanei con l’intento di eliminare ogni attrito; così facendo si potrebbe sortire un effetto negativo per lo sviluppo sociale del bambino, cioè la dipendenza di quest’ultimo dall’adulto, privandolo di un’indispensabile autonomia.
I bambini sono capaci di risolvere autonomamente, senza intervento degli adulti gran parte dei conflitti in cui sono coinvolti. Mentre i più piccoli si accontentano di una soluzione del tipo vinto-vincitore, che porterà inevitabilmente all’allontanamento dei partner per un po’, i più grandi cercano di attenuare eventuali esiti potenzialmente distrutti per la relazione, ricercando insieme una soluzione appropriata.
Gli amici riescono più rapidamente, e meglio dei partner occasionali, ad appianare le divergenze e a trovare punti d’accordo per la risoluzione dei conflitti; già in età prescolare sono in grado di mettere a punto strategie di mitigazione per una risoluzione positiva, utilizzando il compromesso, la controproposta, la giustificazione e la riconciliazione.
Una delle competenze sociali che appare meglio sollecitata dalle relazioni amicali è la capacità di collaborare, la quale si rende manifesta nella risoluzione di prove e problemi e nei giochi di fantasia, dove la comunicazione tra i “protagonisti” e la fiducia reciproca sono essenziali.
Ed è proprio questa capacità di collaborare tra loro (nei giochi e nell’uso di oggetti e risorse) che permette ai bambini di evitare situazioni costanti di liti o conflitto.
Alcuni studiosi, volendo documentare in maniera più esaustiva il fenomeno del conflitto, hanno iniziato ad osservare le interazioni tra bambini di età prescolare; il primo dato emerso dai vari studi condotti sull’argomento è le cause dei conflitti tra coetanei mutano con lo sviluppo.
Nell’età prescolare l’evento che con maggiore frequenza porta allo scoppio di un conflitto è la contesa di un oggetto, il più delle volte l’oggetto in questione è un giocattolo.
Altre cause scatenanti episodi conflittuali sono: il compiere, da parte di un bambino, un’azione poco gradita al partner, che può essere un gesto innocuo o la proposta di un gioco che all’altro non interessa, fino ad una vera e propria “apertura di ostilità”, come ad esempio uno spintone o uno schiaffo. Le azioni non gradite possono anche configurarsi “intrusioni sociali”, ad esempio quando un bambino è intenzionato a partecipare ad un gioco messo in atto da altri suoi compagni, i quali non accettano la presenza di un intruso.
Spesso accade che gli atteggiamenti sopra descritti non sono altro che pretesti utilizzati dai bambini per poter controllare l’attività del compagno, infatti, il più delle volte un bambino cerca di strappare dalle mani di un altro un oggetto, quando ne ha in suo possesso uno identico.
Con il progredire dell’età, questo tipo di conflitti, legati all’uso e al possesso di oggetti, scompaiono per lasciare il posto a quelli relativi all’ambiente sociale (ad esempio le dispute riguardo le regole dei giochi).
Nonostante agli occhi degli adulti le suddette cause di litigio appaiono banali, per i bambini, la partecipazione a questi episodi è caratterizzata dalla massima serietà; ed è con altrettanta serietà che partecipano alla ricerca di una soluzione dei momenti critici.
Al mutare delle cause mutano anche le strategie messe in atto per mitigare i conflitti, infatti, si passa dall’accontentarsi di semplici soluzioni, come quella del vinto e del vincitore, fino ad arrivare alla ricerca comune di una soluzione.
L’idea generale è che i conflitti tra bambini sono brevi e poco frequenti, tuttavia riguardo all’incidenza quantitativa esatta degli episodi conflittuali, ci sono pareri discordanti tra gli autori. Ciò, probabilmente, può essere imputato all’utilizzo di diverse metodologie di ricerca o forse al fatto che inizialmente, nei primi studi condotti, venivano utilizzate definizioni operative molto eterogenee, finendo per accomunare sotto la voce “conflitti”, comportamenti infantili molto diversi.
Alla luce di quanto affermato sembra opportuno differenziare, e quindi meglio definire, i conflitti e altre situazioni sociali caratterizzate da maggiore o minore disarmonia.
Il conflitto interpersonale può essere definito come una situazione sociale in cui un determinato comportamento caratterizzato, ovviamente, da opposizione viene espresso da entrambi gli interlocutori, e si protrae anche dopo aver incontrato la resistenza dell’altro. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

L'attività grafo-rappresentativa, quale modalità d' espressione del vissuto dell'amicizia

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Informazioni tesi

  Autore: Valentina Abate
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2011-12
  Università: Università degli Studi del Molise
  Facoltà: Scienze della Formazione
  Corso: Scienze della Formazione Primaria
  Relatore: Giuseppina Falciglia
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 182

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Parole chiave

le relazioni interpersonali
analisi disegno infantile
bambini e amicizia
bowlby e teoria dell'attaccamento
lo sviluppo sociale del bambino
fasi dell'egocentrismo
stili genitoriali e strange situation
i colori dell'amicizia

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