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Contributo all'impiego del radionuclide 210Pb per la stima dell'erosione idrica

Situazione attuale del Bonis

Il Bonis si presenta oggi in una condizione di totale dissesto con versanti particolarmente erosi. Le numerose frane forniscono al corso d’acqua una grande quantità di detriti. Il materiale trasportato è raccolto nella sezione di chiusura del bacino all’interno della vasca di calma per la misura dei deflussi. In alcune zone l’erosione ha asportato completamente il suolo sino alla roccia madre costituita da granito alterato e facilmente erodibile.

Un ulteriore elemento di dissesto è la presenza di tronchi caduti all’interno del corso d’acqua che a volte si posizionano in maniera trasversale alla linea di “Thalweg” (è la linea che unisce i punti di quota minima dell’alveo di un fiume), dando luogo a veri e propri sbarramenti che trattengono i detriti man mano che la corrente li trascina.

In condizioni di morbida o anche di piene non eccessive i detriti non hanno spinta sufficiente per attraversare lo sbarramento, ma in caso di grosse piene possono essere facilmente asportati e provocare dissesto a valle.

Il dissesto è dovuto principalmente a fenomeni di erosione che procedono da monte verso valle; il materiale sciolto o facilmente erodibile nelle zone di elevata pendenza viene trasportato dal deflusso superficiale fino al tratto d’alveo immediatamente disponibile, specialmente dagli scrosci di breve durata e forte intensità, caratteristici del clima mediterraneo. Specialmente nel periodo estivo, gli eventi di piena sono carichi di materiale solido che aumenta la capacità erosiva del flusso immediatamente a valle. Tale processo è molto simile ad una vera e propria colata detritica.

Il processo si propaga, d’evento in evento, verso valle, scalzando al piede i versanti che franano dando luogo a nuovo detrito immediatamente disponibile al deflusso iper-concentrato che arriva con maggiore capacità erosiva a valle.

La morfologia del corso d’acqua prevede anche delle zone in pendenza relativamente debole, immediatamente a valle delle zone a forte pendenza; in tali zone il moto del fluido è frenato e si formano zone di deposito consistenti (Falace, 2003).

Questo brano è tratto dalla tesi:

Contributo all'impiego del radionuclide 210Pb per la stima dell'erosione idrica

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Informazioni tesi

  Autore: Paolo Aiello
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi di Reggio Calabria
  Corso: Scienze e tecnologie agrarie, agroalimentari e forestali
  Relatore: Paolo Porto
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 62

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Parole chiave

radionuclide
erosione
cesio-137
piombo 210
bonis
cs 137
pb 210

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