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Influenze dei dettagli costruttivi sull'isolamento termico degli edifici

Effetti dei ponti termici

A questo punto occorre focalizzare l'attenzione sulle caratteristiche dei ponti termici, ossia di quelle eterogeneità delle strutture edilizie che possono essere causa di dispersioni energetiche, talvolta notevoli e con ripercussioni, che possono provocare anche il degrado delle strutture stesse.
Infatti in questo capitolo vengono trattati principalmente gli aspetti della determinazione delle dispersioni termiche.
Il principale effetto dei ponti termici è lo scambio di temperatura da e verso l'esterno e il conseguente aumento delle perdite di calore. La presenza di essi provoca una via privilegiata alla dispersione del calore, comportando un innalzamento dei costi di gestione, sia per quanto riguarda il riscaldamento invernale, che per il condizionamento estivo, se previsto.
Tale effetto, se pur svantaggioso, non rappresenta la conseguenza peggiore della presenza dei ponti termici, infatti in corrispondenza di tali aree, la temperatura superficiale di parete è inferiore, e se, in determinate condizioni di umidità relativa, scende al di sotto della temperatura di rugiada, provoca la formazione di condensa superficiale.

In generale, quindi, il danneggiamento della parete dovuto a fenomeni di condensazione può comportare:
- la presenza di acqua di condensazione sulla superficie interna della parete;
- la crescita di colonie fungine;
- il danneggiamento degli intonaci;
- l’imputridimento di eventuali parti in legno;
- la riduzione del grado di isolamento globale della parete.

In condizioni particolari, la combinazione di vapore nell’aria, temperatura e umidità provocano la formazione di muffe. La maggior parte di esse, si sviluppa in ambienti umidi, a basse temperature (0-15°C).
La presenza di muffe e condensa superficiale, a loro volta, causa una diminuzione del comfort ambientale all’interno dell’edificio, oltre che a un peggioramento del suo aspetto estetico e può portare, in casi estremi anche a danni strutturali nelle zone coinvolte, a causa della polverizzazione dei materiali, dovuta alle variazioni cicliche di temperatura.
Quando la temperatura superficiale interna di una parte della struttura (parete, pavimento, ecc.) è inferiore di almeno due o tre gradi rispetto alla temperatura dell’ambiente, si avverte una sensazione di disagio in prossimità di tale superficie.
Questo effetto è particolarmente evidente quando sono coinvolte ampie aree. Per limitare tale disagio generalmente si innalza la temperatura dell’ambiente, provocando in tal modo un’ulteriore perdita di energia.

Per evitare la formazione di ponti termici nella fase di progettazione degli edifici nuovi, si cerca di eliminare o di coibentare, in maniera appropriata, anche con interventi di tipo localizzato, gli elementi edilizi più soggetti a tale problematica, come nodi strutturali, cordoli, pilastri in cemento armato perimetrali, balconi, ecc.
Negli interventi di riqualificazione degli edifici esistenti, si effettua la coibentazione di tali elementi utilizzando isolamenti a cappotto.
Essi possono essere installati internamente o esternamente alla struttura e portano benefici in termini economici, energetici e di comfort termico.
Per la scelta e l’applicazione di questi ultimi si rimanda a quanto affrontato nel terzo capitolo del presente elaborato, invece per il calcolo dell’influenza dei ponti termici si fa riferimento a quanto previsto nella normativa tecnica.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Influenze dei dettagli costruttivi sull'isolamento termico degli edifici

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Informazioni tesi

  Autore: Luigi Sala
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2011-12
  Università: Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia
  Facoltà: Ingegneria
  Corso: Ingegneria civile e ambientale
  Relatore: Alberto  Muscio
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 127

FAQ

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Parole chiave

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isolamento
ponte termico
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