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Sicurezza urbana e coesione sociale: sfide e opportunità

Writer: causa del degrado delle città o elemento del paesaggio urbano?

Le superfici degli spazi pubblici sono molto spesso ricoperte da diversi tipi di scritte, che presentano stili, contenuti e significati tra loro fortemente distinti. Questo fenomeno è un’espressione, quasi assoluta, del mondo giovanile, che manifesta la propria presenza negli spazi collettivi e, in modo particolare, in quelli urbani anche attraverso questa modalità di comportamento. Bologna sembra essere particolarmente interessata dal fenomeno per diverse motivazioni. Innanzitutto, la città rappresenta per molti ragazzi un vero e proprio “polo del divertimento” in cui recarsi per brevi soggiorni, fenomeno che produce una notevole concentrazione di presenze giovanili transitorie. Inoltre la città di Bologna ospita la più antica Università del paese e una delle più riconosciute a livello di qualità didattica, costituisce un luogo di passaggio per migliaia di studenti che vivono la cittadina esclusivamente per il periodo degli studi.

Si tratta, in entrambi i fattori, di popolazioni giovanili numerose, che solo raramente riescono a creare un rapporto personale con la città e con il contesto in cui sono inseriti temporaneamente proprio perché si trovano a vivere la cittadina di Bologna come una realtà a loro estranea. A tutto questo si aggiunge anche che Bologna, per la sua struttura urbanistica, è costituita da una superficie muraria pressoché illimitata e particolarmente “sicura” da disegnare, che si presta molto bene ad essere raggiunta e dipinta in tranquillità. Proprio a causa di queste sue caratteristiche la città viene frequentemente scelta come scena d’azione anche da parte di writer provenienti da altri contesti urbani. Scrivere su un muro, dipingere un graffito rappresentano, per la normativa italiana, solo ed esclusivamente un reato, senza accennare al fatto che le scritte sui muri possano rappresentare, anche, una forma di espressione culturale condivisa da un certo numero di ragazzi che definiscono se stessi come writer. Allontanandosi dalla classica dicotomia arte/vandalismo, è possibile interpretare il writing come arte urbana, arte per la città, da valorizzare per le sue specificità.

Apprezzare il valore del writing per quello che è realmente, senza cercare di trasformarlo in altro significa anche comprendere che, quando intervengono trasformando il volto della città, nelle vie evitate dagli stessi cittadini perché troppo buie ed isolate, sui muri che appaiono troppo anonimi e grigi, i writer in realtà stanno aiutando al città e, quindi, dovrebbero essere considerati una risorsa e non un problema. Il fenomeno è stato analizzato, non solo nell’ambito delle scienze sociali, prestando attenzione quasi esclusivamente ad una sua articolazione, quella dei graffiti, trascurandone tutte le altre manifestazioni. Questa espressione socioculturale è stata analizzata, inoltre, in modo limitato, concentrandosi sulla dicotomia arte/vandalismo e, in minima parte, sui suoi significati sub o controculturali, ignorandone le altre potenziali implicazioni ed attribuzioni.

La prima manifestazione che si occupa di writing, in Italia, si svolge proprio a Bologna nel 1982, durante la realizzazione della VI Settimana internazionale della performance organizzata e curata da Francesca Alinovi; nel 1984, sempre a Bologna, si tiene la mostra “Arte di frontiera: New York graffiti”, ma il fenomeno si diffonderà tra i giovani solo a partire dalla fine degli anni Ottanta, raggiungendo il picco massimo di popolarità intorno al 1995. È necessario mettere in evidenza ulteriori significati ed interpretazioni possibili del fenomeno delle scritte, riconoscendone il carattere di pratica sociale differenziata al proprio interno. Una prima classificazione, basata sulla distinzione tra due insiemi diversi, quello riconducibile all’universo dei graffiti e quello definito delle ‘altre scritte’.

Le differenze di ordine tecnico-formale tra le due tipologie di scritte non sono sufficienti a comprenderne le rispettive caratteristiche. Ciò che si ipotizza, in termini più complessivi, è il fatto che nelle manifestazioni dei diversi tipi di graffiti si esprime un mondo sociale, mentre ciò non accade nel caso degli altri tipi di scritte. I graffiti sono un’espressione propria di una parte della popolazione giovanile, che realizza una comunicazione al proprio interno ma anche con il resto della società mediante un linguaggio codificato, organizzato e riconosciuto seppure non sempre comprensibile e con una legittimazione sociale controversa. Gli autori dei graffiti si riconoscono in questo mondo sociale, costituito da istituzioni condivise, che comprendono, in aggiunta al linguaggio comune, canali di comunicazione, codici di cooperazione e competizione, gerarchie materiali e simboliche e specifici percorsi di socializzazione.

Le altre scritte sono caratterizzate dal fatto di non possedere questo tipo di omogeneità ed organizzazione. I suoi autori non si riconoscono in un mondo sociale, sono svincolati da regole condivise e da un linguaggio e da modalità di comportamento comuni. Essi non sono chiamati ad un’organizzazione specifica della propria comunicazione e, soprattutto, non si rivolgono all’intera società. Il loro interesse è circoscritto, solitamente, a quanti sono già informati, a chi è già a conoscenza del contenuto espresso, realizzando una comunicazione privata in uno spazio pubblico. L’obiettivo del writer europeo è quello di risvegliare una comunicazione tra la sua generazione e quella adulta attraverso un linguaggio innovativo, non mediato dai codici tradizionali e che nasce per trasmettere vitalità, dinamismo e creatività.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Sicurezza urbana e coesione sociale: sfide e opportunità

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Informazioni tesi

  Autore: Valentina Piccinni
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi di Bologna
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Criminologia Applicata per l'investigazione e la sicurezza
  Relatore: Nicola  De Luigi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 137

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