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Il risarcimento del danno non patrimoniale con pregiudizi esistenziali

La prova del danno esistenziale

I principi della Cassazione

Sia nelle sentenze della Suprema Corte del 2003 sia in quelle del 2008 in tema di danno non patrimoniale si affronta esplicitamente la questione della prova dei pregiudizi esistenziali, inserendola nel più ampio tema della prova del danno non patrimoniale, visto come categoria unitaria: la prova del danno è una prova che non può essere distinta nelle sue componenti del danno morale, che va presunto, del danno biologico e del danno esistenziale, ed essa non coincide con la lesione dell’ interesse protetto. Quindi il danno è una conseguenza della lesione che deve essere allegato e provato”.

La pronuncia della Cassazione del 2003, n. 8828, dà questa indicazione : “Per quanto concerne, infine, la prova del danno, osserva il Collegio che il danno non patrimoniale da uccisione del congiunto non coincide con la lesione dell’ interesse protetto (…). Volendo far riferimento alla nota distinzione tra danno- evento e danno conseguenza ( introdotta da Corte Costituzionale 184/86, che ha allocato nella prima figura il danno biologico, ma abbandonata dalla successiva Corte Costituzionale 372/94), si tratta di danno- conseguenza. Non vale pertanto l’ assunto secondo cui il danno sarebbe in re ipsa, nel senso che sarebbe coincidente con la lesione dell’ interesse. Deve affermarsi invece che dalla lesione dell’ interesse scaturiscono, o meglio possono scaturire, le suindicate conseguenze che, in relazione alle varie fattispecie, potranno avere diversa ampiezza e consistenza, in termini di intensità e di protrazione nel tempo.

Il danno in questione deve essere quindi allegato e provato. Trattandosi tuttavia di pregiudizio che si proietta nel futuro ( diversamente dal danno morale soggettivo contingente), dovendosi aver riguardo al periodo di tempo nel quale si sarebbe presumibilmente esplicato il godimento del congiunto che l’ illecito ha invece reso impossibile, sarà consentito il ricorso a valutazioni prognostiche ed a presunzioni sulla base degli elementi obbiettivi che sarà onere del danneggiato fornire.”

Le Sezioni Unite del 2008 ribadiscono che il pregiudizio esistenziale, in quanto componente del danno non patrimoniale, è un danno-conseguenza che va allegato e provato: “ Il danno non patrimoniale, anche quando sia determinato dalla lesione di diritti inviolabili della persona, costituisce danno- conseguenza che va allegato e provato (…) Attenendo il pregiudizio (non biologico) ad un bene immateriale, il ricorso alla prova presuntiva è destinato ad assumere particolare rilievo, e potrà costituire anche l’ unica fonte per la formazione del convincimento del giudice, non trattandosi di mezzo di prova di rango inferiore agli altri (…). Il danneggiato dovrà tuttavia allegare tutti gli elementi che, nella concreta fattispecie, siano idonei a fornire la serie concatenata di fatti noti che consentano di risalire al fatto ignoto”.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Il risarcimento del danno non patrimoniale con pregiudizi esistenziali

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Informazioni tesi

  Autore: Silvia Olivieri
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Torino
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Paolo Gallo
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 250

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